Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
18 febbraio 2023

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE

LE SOFFERENZE INFLITTE AGLI ANIMALI PER BELLEZZA

Il ministro dell’Agricoltura olandese, con delega al benessere animale, Piet Adema, il 20 gennaio di quest’anno ha scritto una lettera al parlamento per annunciare il suo progetto di legge per proibire il possesso di cani e di gatti con caratteristiche esteriori, come il muso piatto e le orecchie piegate che possono generale problemi di salute e di benessere agli animali.

Questa notizia è stata riportata dal quotidiano on line dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, ANMVI OGGI del 25 gennaio 2023.Si tratta, se approvata, della prima legge al mondo che affronta questo problema ed è stata ripresa dalla stampa internazionale e dalla Federazione dei Veterinari Europei.

Come afferma il ministro Adema: “L’obiettivo è complesso e richiede un’attenta elaborazione”, si parla di tempi lunghi, ma di un obiettivo giusto. Infatti, continua: “Rendiamo miserabile la vita di animali innocenti, semplicemente perché pensiamo che siano “belli e carini””. Nella lettera scritta al parlamento, il ministro mette in evidenza come gli olandesi che vivono con un animale domestico sono meno ansiosi,  hanno con loro un legame particolare, e che prendersene cura dà loro soddisfazione.

Inoltre sottolinea che la scelta di un pet sia influenzata dall’aspetto fisico, ma che spesso non c’è la consapevolezza, pur con tutte le buone intenzioni, che una certa morfologia sia conseguenza di sofferenze, come la difficoltà di respirare per i cani con il muso molto schiacciato.

Il ministro Adema esprime il desiderio, come politico e come uomo, di vivere in un paese dove non ci siano animali che devono soffrire per la loro conformazione fisica.

E ripeto che questa sarebbe la prima legge al mondo che affronta questo problema, ma ciò non significa che non ci sia la stessa sensibilità anche in altre nazioni verso la sofferenza di certe razze per la loro conformazione fisica.

Anche in Italia si comincia a ragionare sul problema delle razze e della selezione che viene fatta sui cani, e a tal proposito cito un testo pubblicato nel 2019 dal titolo significativo “Che razza di bastardo: Cani gatti e maltrattamento genetico. Un passo verso l’adozione consapevole” scritto dall’amico, Medico Veterinario Dott. Massimo Raviola.

Riporto un breve passo dove l’autore parla con un cane: “…io sono un cane: o meglio sono il cane come voi lo avete rimaneggiato nei secoli. Appartengo a una specie che in natura non esiste quasi più… Una specie che oggi è stata differenziata in moltissime forme, che per voi (si riferisce agli uomini) sono importantissime, ma che per noi cani… non hanno senso. Come le chiamate voi? Risposta dell’uomo: “Ma che cosa intendi dire?…Parli forse delle razze?…”

La legge olandese sarà, qualora vedrà la luce, categorica, ovvero metterà il divieto di detenzione, di commercializzazione e di importazione di queste razze. Le motivazioni per questo divieto sono sanitarie e di benessere animale e coinvolgerà anche gli influencer che le promozionano sui social. Inoltre vieterà l’utilizzo di immagini a scopo pubblicitario e sui social.

Come detto, il ministro Adema non nasconde la difficoltà della realizzazione di un tale progetto, che dovrebbe comprendere un elenco di caratteristiche esteriori causa di sofferenza agli animali, elenco che potrà essere ampliato anche successivamente. La disposizione non sarà retroattiva, per cui le persone che, attualmente, vivono con questi soggetti se ne prenderanno cura per il tempo della loro vita.

Sempre dal parlamento olandese, per mano del ministro Adema, arriva la notizia di una proposta di legge per l’obbligatorietà del microchip per i gatti a fronte di circa 60mila gatti senza proprietario che costano allo stato 4,8 milioni di euro per la loro custodia. Anche questa iniziativa, se diventerà legge, sarà un altro modo per proteggere gli animali, perché la possibilità di rintracciare e riportare alla famiglia in cui viveva il gatto è un modo per tutelarne il suo benessere.

Mi sposto infine in Francia per dar conto di un disegno legge che i deputati dell’Assemblea Nazionale hanno votato alla quasi unanimità (111 favorevoli, contro 5 contrari) che vieta la vendita di strumenti coercitivi  come collari chiodati, a strozzo o elettrici, condotte sanzionate con una multa di 750 euro. La deputata Corinne Vignon, relatrice della legge, afferma che è una questione di responsabilità e che “il problema dei collari è che sono in vendita e che il padrone non si rende nemmeno conto che sono abusivi”; argomenta inoltre la deputata, che “l’animale addestrato al dolore e alla costrizione fisica, è un animale che avrà problemi fisici e psicologici ed è più probabile che morda e sia aggressivo”. In Francia almeno un cane su cinque, nella sua vita ha indossato uno di questi strumenti e, come afferma l’Associazione francese dei veterinari per animali domestici (Afvac), a cui è stato chiesto un parere, è comprovato che “l’uso di collari per addestramento abbia conseguenze deleterie sulla salute fisica e mentale dell’animale”, e che “il loro uso nell’educazione non è affatto giustificato”. (fonte agi.it)