AMORE E MORTE

Qualche giorno fa ho trovato un articolo scientifico dal titolo Factors related to longevity and mortality of dogs in Italy che tratta della longevità e della mortalità dei cani di razza e dei meticci.

Gli autori Mariana Roccaro et al. nell’Abstract scrivono: “Oltre al suo valore commerciale, una migliore comprensione della longevità e della mortalità del cane è necessaria per guidare le decisioni sulla gestione sanitaria, la selezione della razza e migliorare il benessere del cane.”

Mentre leggo mi ricordo dell’intervista pubblicata sulla pagina dell’inserto Cultura di “La Repubblica” di domenica 24 marzo a Cedric Sapin-Defour, autore del best seller  “Il mio amore per Ubac”. Il giornalista chiede a Cedric – lo chiamo per nome, perché tra noi conviventi con gli animali si instaura subito un rapporto di amicizia- perchè abbia aspettato 8 anni per scrivere il libro, e Cedric risponde:…. ho aspettato come facciamo tutti quando perdiamo un essere caro, ho attraversato le varie fasi del lutto…, poi un mattino mi sono ritrovato a pensare a Ubac con un sorriso immerso in una felice malinconia. Quando questo sentimento è diventato dominante ho capito che era il momento di iniziare a scrivere.

Ho ripreso la lettura dell’articolo scientifico e ho appreso che: …dei 4957 cani morti tra il 2004 e il 2020 inclusi nello studio, 2920 (59,0%) erano soggetti di razza, 2293 (46,2%) erano femmine, 3005 (60,6%) erano interi, 2883 (58,2%) erano stati sottoposti ad eutanasia compassionevole. La durata media complessiva di vita era di 10 anni ed era significativamente più lunga per i meticci, le femmine, i cani castrati e le razze di piccola taglia. Le razze che presentavano maggiore longevità sono state lo yorkshire terrier, il cocker spaniel inglese, il west highland white terrier, il volpino italiano e lo shih tzu; mentre il bulldog americano, il bulldog inglese, il pitbull terrier americano, il bovaro del bernese, il maremmano e il cane da pastore abruzzese evidenziavano una minore longevità.

Inoltre veniva individuata come la causa principale di morte, la neoplasia (34%), che colpisce di più le razze di taglia grande, mentre le patologie degenerative colpiscono di più le razze di piccola taglia. Gli apparati più coinvolti sono quello urinario/renale, con una incidenza come causa di decesso del 15%.

Tutte queste informazioni sono utili sia per noi veterinari che curiamo gli animali, sia per gli allevatori, sia per chi si appresta a condividere con un cane una vita, che spera possa essere la più lunga e appagante possibile. Per questo ho voluto condividere queste statistiche oltre che farle mie.

Poi ho ripreso l’intervista all’amico Cedric e mi ha colpito un’altra domanda dell’intervistatore che ha voluto far riferimento ad una dimensione più filosofica del rapporto dello scrittore con il suo Ubac. Cedric risponde: … la nostra relazione si svolgeva essenzialmente all’aria aperta. C’era una forma di equilibrio di orizzontalità nel rapporto. Osservando Ubac mi sono interrogato sulla presunta superiorità degli esseri umani rispetto alle altre specie, e sulle ragioni per cui, a poco a poco, abbiamo abbandonato alcuni dei nostri sensi come l’olfatto, il tatto, ho provato a mettermi al livello del tartufo di Ubac, e forse questo aggiunge qualcosa di speciale alla nostra storia. Con questa affermazione sono andato in estasi, perché io consiglio spesso ai clienti che vivono con un animale e che mi chiedono spiegazioni sul loro comportamento, di provare a guardare, sentire, annusare con i sensi del loro cane. Non è necessario mettersi a quattro gambe a terra, basta girare con un cellulare e filmare, tenendolo all’altezza della testa del nostro fedele amico. Scoprirete un mondo, provate…

E quella risposta, che ha evocato passeggiate in montagna, nel silenzio del bosco o delle vallate dove si ascolta solo il suono della pace della nostra coscienza, mi ha fatto pensare a un libro di un caro amico, Stefano Sinelli, conosciuto recentemente, scritto a quattro mani con Giuseppe Fabiano, che si intitola: “Del silenzio non si può tacere.” Il libro parla del silenzio in tutte le sue sfaccettature, è un saggio, un testo serio, importante, ma scritto in modo così poetico che con un ossimoro affermo che ti fa sentire il silenzio e ti fa appassionare al silenzio. E a quanto sia bello passeggiare in campagna, in montagna, nel silenzio, con il tuo cane o restare sul divano con il tuo gatto disteso mollemente sulla pancia, nel silenzio rotto solo dalle sue fusa.

Quindi, per concludere, è bene che la scienza ci aiuti con informazioni tali da consentirci di fare una adozione consapevole, senza però dimenticare che sono il cuore e  i nostri sensi a guidarci nel decidere con chi trascorrere parte della nostra esistenza, senza troppi calcoli, sperando solo di trovare insieme la felicità.

E finisco citando un ultimo episodio che si riallaccia cronologicamente a quanto ho raccontato sopra: mentre scoprivo questi autori e i loro scritti, sono stato invitato dallo staff della Agenzia della banca astigiana di cui sono cliente a presentare il libro che ho scritto in collaborazione con la Dottoressa Barbara Alessio sul tema del lutto e dell’eutanasia. Quando ho ricevuto l’invito mi sono stupito: il personale di una Banca che vuole parlare di morte e non di vita (eufemismo che sottintende di soldi)?! Ho comunque accettato l’invito con  piacere e l’incontro si è rivelato molto positivo perché gli ospiti e il pubblico era assolutamente amorevoli e sensibili verso questo tema, e con le loro domande hanno messo in evidenza la profondità del legame con gli animali e che  l’amore per loro non si spegne con la morte. Non finisce mai.

Grazie di cuore…