Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
10 novembre 2023

LE FUSA NEL GATTO
Sono il training autogeno dei mici, abbassano stress e pressione negli umani.

Le fusa nel gatto

Uno dei tanti misteri che rende affascinate il gatto sono le fusa.

Il Notiziario SISCA, Società Italiana Scienze Comportamentali Animale, ha ripreso un articolo pubblicato sul mensile Le Scienze (https://www.lescienze.it/news/2023/10/16/news/fusa_gatti_meccanismo- 13651475/) dal titolo: Come si generano le fusa dei gatti, di Martina Saporiti, che affronta questo argomento.

Da sempre le persone che vivono con un gatto si sono interrogati sulla natura e sul significato delle fusa, restando ipnotizzate da questo suono, incredibilmente basso, che sembra impossibile possa essere prodotto da un animale di pochi chilogrammi.

Infatti i suoni bassi, sui 20-30 hertz di frequenza richiedono delle corde vocali lunghe, tipo quelle degli elefanti, invece li fanno anche i gatti.

Ma procediamo per ordine: la vecchia ipotesi relativa alla produzione delle fusa era che la laringe riceve un input muscolare che la riconfigura dalla fase respiratoria a quella della vocalizzazione, avvicinando le corde vocali. Il suono viene prodotto da oscillazioni passive di queste a cui seguono variazioni “rumorose” nella pressione dell’aria e nella laringe.

Questa ipotesi degli anni ‘70 considera la produzione delle fusa un meccanismo in cui i muscoli laringei si contrarrebbero e rilasserebbero almeno 30 volte ogni secondo, con l’invio continui di segnali al cervello.

Come spiega il Dottor T. Herbst, del Laboratorio di Bioacustica dell’Università di Vienna, in Austria, in una pubblicazione su “Current Biology”, questo è quanto si pensava accadesse. Con un nuovo studio, frutto di un lavoro sulle corde vocali dissezionati da gatti deceduti per malattia (dopo aver avuto l’autorizzazione dai proprietari all’espianto), gli autori, hanno scoperto che l’aria innescava una serie di oscillazioni autonome, che si auto-sostenevano, producendo il classico suono delle fusa.

Le indagini anatomiche portate avanti dagli scienziati hanno anche permesso di capire come i gatti possano produrre suoni di frequenza cosi bassa, con corde vocali molto corte. In pratica queste hanno dei “cuscinetti” al loro interno che ne aumentano la densità, consentendo alle corde vocali di vibrare a bassa frequenza e di produrre il tipico suono gutturale delle fusa.

Questa ipotesi necessita però di una verifica su soggetti vivi, perché è basata su laringi dissezionate, come gli stessi ricercatori hanno ammesso, verifica che però comporta dei grossi problemi pratici e soprattutto etici, perché bisognerebbe inserire delle sonde all’interno della laringe del gatto, cosa eticamente non accettabile e, praticamente, non fattibile, perché in tale condizione il gatto non farebbe le fusa.

Ma, perché i piccoli felini domestici fanno le fusa?

Le ipotesi sono  diverse: i gatti fanno le fusa quando sono rilassati, per favorire l’interazione con le persone che vivono con loro, per comunicare con gli altri gatti, anche i gattini di pochi giorni le fanno per attirare l’attenzione di mamma gatta.

Ma i mici fanno le fusa anche quando sono feriti, e secondo alcuni scienziati si tratta di una forma di automedicazione, sembra che le onde sonore delle fusa favoriscano la guarigione delle ferite e delle fratture, inoltre aiutano la respirazione e attenuano il dolore. In pratica con le fusa il gatto fa un training autogeno che lo porta al rilassamento.

Ma le fusa aiutano anche le persone che vivono con il gatto, infatti abbassano la pressione, riducendo di un terzo il rischio di infarto e di malattie cardiovascolari.

In conclusione, le fusa sono ancora un po’ avvolte nel mistero ma, noi, che abbiamo il permesso dal gatto di condividere la casa con lui, dobbiamo essere grati alla scienza che cerca di dimostrare e spiegare un comportamento che conosciamo, perché lo viviamo quotidianamente e ne godiamo i vantaggi per la nostra psiche e per il nostro corpo, ma che ci incuriosisce per la sua complessità.