Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
15 aprile 2022

L’EDUCAZIONE DEL GATTO

LA MARCATURA URINARIA DEL GATTO

La marcatura urinaria è caratterizzata da uno spot di urina lasciato su un oggetto posto verticalmente in luoghi – di solito – definiti ed è caratterizzata da una serie di atteggiamenti tipici che identificano il comportamento del soggetto che la esegue. Il gatto sembra annusare il posto dove deporrà la marcatura, ed esegue un comportamento che va sotto il nome di flehmen rimanendo in piedi con le zampe dritte e ben estese, muovendo in modo alternato i piedi (come un balletto sul posto), la coda è dritta e vibra. Il nostro “amato”  felino non scodinzola, è come se la coda fosse percorsa da una leggera scarica elettrica che la mette in movimento partendo dalla base per arrivare alla punta. Gli occhi sono socchiusi, il gatto è come in trance, concentrato sul suo atto, emette il getto di urina, si rilassa e, a verifica dell’avvenuta marcatura, annusa (flehmen) la superficie colpita.

Il flehmen è un passaggio poco evidente ma importante di questa sequenza comportamentale: è un atteggiamento che il gatto assume per percepire i feromoni e consiste nel sollevare il labbro superiore, con la bocca semiaperta che consente l’apertura di una microscopica cavità a livello della parte anteriore del plato. In questo modo il gatto percepisce le informazioni che contengono queste sostanze.

I feromoni sono segnali chimici emessi nell’ambiente, portatori di messaggi differenti da quelli che vengono percepiti attraverso l’olfatto e il gusto.

Nel gatto sono stati identificati i feromoni di identificazione che vengono secreti da ghiandole poste a livello del muso (il gatto li depone quando struscia il muso contro gli oggetti o le persone), i feromoni legati all’emissione di marcature urinarie e di graffiature e i feromoni di allarme secreti da ghiandole poste a livello dei cuscinetti plantari (ad esempio si trovano nelle impronte lasciate dal gatto sul tavolo da visita del veterinario).

La marcatura urinaria: quando e perché?

Il gatto maschio – più raramente la femmina –  inizia a marcare alla maturità sessuale, ossia verso i sei mesi di età.

È importante ricordare che la maturità sessuale, ossia la pubertà, quando si ha il primo picco degli ormoni, non corrisponde alla maturità sociale, ossia il periodo in cui il gatto ha raggiunto le competenze sociali dell’adulto  che si ha tra i 18 mesi e i 4 anni, a secondo delle razze.

Definito il periodo in cui compare la marcatura urinaria cerchiamo di comprendere i motivi che inducono il gatto a marcare.

Il nostro felino definisce l’ambiente in cui vive attraverso la deposizione di “marcature”, ossia strusciando il muso contro i mobili, gli spigoli dei muri, gli oggetti che portiamo a casa (per esempio le borse della spesa o uno scatolone) oppure “facendosi le unghie” lasciando, oltre ad un segno visibile, anche dei feromoni, o con le marcature urinarie.

Le marcature urinarie sono lasciate sugli stipiti delle porte di accesso, o delle finestre, su oggetti in vista come i vasi delle piante, sui mobili e gli elettrodomestici, o all’esterno sugli alberi o contro i muri. Il nostro piccolo felino in questo modo si sente a suo agio, riconosce l’ambiente come suo e si tranquillizza.  Questi segnali che il gatto lascia (con il muso, con le unghie o con l’urina) servono non solo al gatto che li emette, ma sono anche un segnale importante per gli altri gatti che entrano nel suo ambiente, in quanto forniscono informazioni su chi li ha emessi.

Il gatto estraneo, quando arriva in un territorio nuovo, riconosce questi segni e a sua volta ne lascia altri, modificando l’ambiente, e destabilizzando il soggetto presente (si tratta di una vera e propria guerra chimica).

In certi casi è sufficiente la sola presenza all’esterno dell’abitazione di uno o più gatti estranei perché il gatto di casa inizi a spruzzare nell’appartamento….

Anche i cambiamenti apportati all’appartamento dai proprietari, pulendo o sostando oggetti o arredi, ritinteggiando le pareti, il tutto andando a cancellare le marcature del gatto,  lo destabilizzano e lo portano a ri-marcare (anche con marcature urinarie) l’ambiente con maggior insistenza per riconoscerlo nuovamente come “casa sua”. Così come l’arrivo di ospiti o di estranei che soggiornino per lungo tempo nella casa, o l’arrivo di un neonato o di un altro animale, possono provocare lo stesso comportamento.

Inoltre può essere responsabile della marcatura urinaria, anche una patologia alle vie urinarie nella sua fase iniziale, patologia a volte difficile da individuare. Non va poi dimenticato che la presenza di gatti, maschi o femmine, in calore può essere un’altra con-causa sia in soggetti interi sia in soggetti che siano stati sterilizzati da adulti, dopo la maturità sessuale.

La marcatura urinaria fa parte dei mezzi di comunicazione che il gatto ha a sua disposizione e  si tratta di un comportamento normale che può essere socialmente non accettabile in quanto l’urina del gatto (in particolare di quello non sterilizzato) ha un odore molto pungente e le marcature lasciano macchie antigieniche sulle superfici all’interno dell’abitazione o sulla porta di ingresso o sui muri esterni.

Tuttavia, non va trascurato infine il fatto che questo comportamento può anche essere segno di una patologia comportamentale, ossia espressione di un disagio del gatto legato alla modificazione del suo ambiente di vita.

In tutti i casi è necessario consultare il medico veterinario per una visita clinica o/e comportamentale.

Suggerimenti e interventi operativi

Il primo approccio a questo problema è una visita clinica, se non si rilevano patologie organiche, il consiglio è di rivolgersi ad un Medico Veterinario esperto in Comportamento Animale per una diagnosi a più ampio raggio.

Dopo la diagnosi sarà quindi suggerito un approccio terapeutico o di tipo “cognitivo comportamentale” (intervento operativo sulla relazione uomo-gatto e sull’ambiente) oppure farmacologico e/o feromonale, o ancora chirurgico ( la sterilizzazione): la combinazione di questi approcci garantisce un elevato successo.

Per esempio: quali sono le cose da fare con un approccio cognitivo-relazionale se il  mio gatto, che vive solo in casa, ha cominciato da un mese circa ad urinare contro lo stipite della finestra quando vede altri gatti muoversi in cortile?

  1. Oscurare, se possibile, i vetri della finestra da cui il gatto si affaccia verso l’esterno
  2. Aggiungere una cassettina (arricchimento ambientale)
  3. Mantenere giornalmente pulite le cassettine e cambiare la sabbietta almeno una volta alla settimana.

LA STERILIZZAZIONE

La sterilizzazione del maschio, detta anche castrazione, consiste nell’asportazione chirurgica dei testicoli. Si tratta di un intervento in anestesia generale che non richiede molto tempo e non ha rischi elevati.

L’età per eseguire la sterilizzazione del maschio è tra i 6 e i 12 mesi di età, in alcuni Paesi si tende anche a castrare i gattini in età prepubere ma, è consigliato attendere lo sviluppo fisico del gatto prima di eseguire questo intervento. Se il gatto inizia a marcare il territorio con spruzzi di urina prima della castrazione, si può intervenire rapidamente entro i primi sette/quindici giorni dai primi sintomi e prevenire le marcature in futuro.

Il gatto sterilizzato da adulto potrebbe continuare a marcare il territorio con l’urina, perché, la marcatura ha, non solo, un significato sessuale, ossia di avviso per gli altri gatti che in quel territorio c’è un gatto adulto fertile, ma anche sociale, ossia che c’è un gatto adulto. L’urina che il gatto emette con la marcatura, anche se sterilizzato ha il vantaggio non ”puzzare” come quella del gatto, cosiddetto intero.

Anche le femmine possono marcare con l’urina, il momento migliore per la sterilizzazione di queste è dopo il primo calore, comunque non prima dei 6/7 mesi di età, per lo stesso motivo addotto per il maschio.

I vantaggi della castrazione, oltre a quello di evitare o ridurre le marcature sono: riduzione delle lotte tra maschi, queste non scompaiono del tutto ma si riducono perché il gatto castrato non compete più per le femmine; riduzione di infezioni conseguenza di graffi e morsi; riduzione del rischio di malattie trasmissibili con l’accoppiamento (la leucemia felina, l’immunodeficienza felina, la peritonite infettiva) e le infezioni batteriche; diminuzione dell’istinto di fughe in presenza di gatte in calore.

Il gatto dopo l’intervento chirurgico tende all’obesità, per cui deve essere curata l’alimentazione ed è più soggetto alle patologie delle basse vie urinarie: cistiti batteriche, calcolosi urinaria, cistite idiopatica felina, ecc.