Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
1 luglio 2022

L’EDUCAZIONE DEL CANE

IL MIO CANE HA MORSO: cosa prevede la legge in caso di un cane morsicatore

Foto di Sonja Kalee da Pixabay

Un luogo comune dice che in estate aumenta l’aggressività tra le persone. In effetti il nostro organismo è sensibile al caldo elevato, all’aumento dell’umidità e delle ore di luce, agendo negativamente sui soggetti con un equilibrio fragile dal punto di vista psico-relazionale, con aumento dell’aggressività. Non so se succede la stessa cosa agli animali e sarebbe interessante fare uno studio al riguardo.

Al netto di questa considerazione, non è infrequente che il cane aggredisca un altro cane o una persona estranea al gruppo famigliare o, sempre di più, una persona di famiglia.

Il comportamento di aggressione del cane ha una sequenza ben precisa: l’animale ringhia, ovvero avvisa che una certa cosa non gli aggrada, e se la vittima non desiste dal suo comportamento morde, in modo più o meno grave; una volta allontanato il soggetto morsicato, il cane si acquieta oppure, se la vittima non si allontana, intensifica il morso. E comunque si tratta sempre di comportamento aggressivo, quando il cane si limita a  ringhiare senza mordere; altre volte, ed è una situazione molto pericolosa, il cane può mordere senza aver dato  segnali di avviso (come un ringhio o un abbaio più o meno evidenti).

Spesso, infatti, se il cane ha morsicato più volte, il comportamento dell’animale non rispecchia la sequenza classica: il soggetto passa direttamente all’azione, ovvero morde senza avvisare e questa è la situazione più sfavorevole per la vittima, perché non può attuare alcuna difesa.

Considerato l’aumento dei casi di aggressione, nel 2009 venne emanata dal Ministro della Salute l’ “Ordinanza contingibile e urgente concernente la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani” (provvedimento prorogato ogni anno: l’ultima proroga è del 27/07/2021). A questa Ordinanza avrebbe dovuto far seguito una legge che trattasse la materia in modo definitivo, ma  per il momento ciò non è ancora avvenuto, per cui ogni anno, anche se l’urgenza, evidentemente, è venuta meno, l’ordinanza viene rinnovata.

L’articolo 3 dell’Ordinanza del 2013 è il cuore di questo atto legislativo in quanto definisce cosa prevede il legislatore in casi di aggressione da pare di un cane morsicature, leggiamola insieme:

Art. 3

  1. Fatto salvo quanto stabilito dagli articoli 86 e 87 del decreto del Presidente della Repubblica 8  febbraio  1954,  n.  320,  recante «Regolamento di polizia veterinaria»,  a  seguito  di  morsicatura  o aggressione  i  servizi  veterinari  attivano  un   percorso   mirato all’accertamento delle condizioni psicofisiche dell’animale  e  della corretta gestione da parte del proprietario.
  1. I servizi veterinari, oltre a quanto stabilito dall’articolo 1, comma 7, in caso di rilevazione di rischio elevato,  stabiliscono  le misure  di  prevenzione  e   la   necessita’   di   una   valutazione comportamentale e di un eventuale intervento terapeutico da parte  di medici veterinari esperti in comportamento animale.

In questo articolo vengono definiti due aspetti legati al morso del cane, uno trattato con il richiamo al “Regolamento di Polizia veterinaria” vigente che stabilisce che il cane debba essere sottoposto a controllo per la prevenzione della rabbia, considerando l’aspetto sanitario legato al morso, e ciò nonostante in Italia la rabbia sia scomparsa su quasi tutto il territorio nazionale.

Il secondo aspetto, che pone l’accento sull’impatto sociale del comportamento di aggressione, è invece la valutazione della pericolosità del soggetto morsicatore e il rischio che possa ancora mordere, quindi la norma stabilisce che il cane sia sottoposto ad una valutazione comportamentale.

E comunque è pacifico che il proprietario del cane (o chi ne ha la disponibilità e conseguentemente il dovere/obbligo della sua gestione e del controllo) sia responsabile civilmente e penalmente dei danni e delle lesioni che questo può arrecare a terzi.

La persona che si occupa del cane deve attenersi a norme precise che disciplinano la sua modalità di conduzione: nelle aree urbane il guinzaglio dovrà avere una lunghezza non superiore al metro e mezzo, chi lo conduce dovrà avere a disposizione una museruola (rigida o morbida) da far indossare al cane in caso di necessità e sarà possibile affidare il proprio animale solo a persone che lo sappiano gestire. Chi conduce un cane in città deve raccogliere le feci e pulire le urine.

A proposito ancora delle possibili vittime della aggressività di un cane, queste possono essere: un altro cane, un altro animale, oppure una persona. Nella prima ipotesi il Medico Veterinario che cura il cane morsicato deve segnalare l’accaduto all’autorità sanitaria, nel secondo caso, è invece, il Medico del pronto soccorso – oppure il Medico di base – che ha prestato le cure alla persona ferita, a segnalare l’identità del proprietario/detentore (ossia di chi in quel momento aveva il controllo e quindi la responsabilità dell’animale) del cane all’autorità sanitaria veterinaria.

Il Medico Veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale (ASL) ricevuta la segnalazione, procede alla visita del cane prescrivendo le prime misure di sicurezza e, se lo ritiene necessario, disponendo che la persona responsabile del cane faccia sottoporre l’animale a una visita comportamentale presso un Medico Veterinario Esperto in Comportamento animale (MVECA) iscritto nelle liste FNOVI.

Per chiarezza si precisa che il MVECA è un professionista in possesso delle caratteristiche professionali definite dalle Linee Guida e previste dal Decreto Ministeriale 26 novembre 2009:

1) Laurea in Medicina Veterinaria e iscrizione all’Ordine

2) Esercizio della professione da almeno 3 anni

3) Formazione: Scuole di Specializzazione Universitarie, Master Universitari; certificazione attestante la partecipazione e la frequenza a un corso di formazione teorico-pratico presso una scuola, con superamento di un esame finale.

Nell’elenco possono essere inseriti anche i professionisti che per l’Ordine dei Medici Veterinari posseggono i requisiti per “acclarata competenza professionale”, cioè quei veterinari che hanno fatto un percorso formativo e professionale tale da permettere loro di definirsi esperti nella materia avendo anche anni di esperienza in ambito clinico.

Cosa deve fare il proprietario del cane che ha aggredito

Il cane, che – salvo episodi di eclatante gravità – rimane affidato al proprietario, viene sottoposto alla visita da parte del Veterinario dell’ASL. Nell’immediatezza dell’evento e ricontrollato dopo dieci giorni dalla prima visita clinica per escludere la comparsa di sintomi clinici riconducibili alla rabbia.

Qualora sia richiesta una visita comportamentale, il proprietario del cane deve, entro il termine stabilito dall’autorità sanitaria, sottoporre il soggetto a tale visita specialistica e consegnare al veterinario dell’ASL la relazione del medico veterinario esperto in comportamento animale. Durante questo lasso di tempo dovranno essere rispettate le indicazioni date dall’ufficiale  sanitario dell’ASL in occasione della prima visita clinica.

A seguito della visita comportamentale, il proprietario insieme al cane seguiranno un percorso riabilitativo secondo le indicazioni del MVECA. Inoltre il proprietario del cane che è stato inserito nell’elenco dei cani morsicatori dovrà stipulare una polizza di assicurazione per la responsabilità civile che garantisca i terzi dai  danni causati dal proprio cane, dovrà  frequentare un percorso formativo (Patentino) e dovrà osservare alcune norme specifiche  in occasione delle uscite in luoghi pubblici o aperti al pubblico e il cane dovrà sempre indossare il guinzaglio e la museruola .

La visita comportamentale

La visita comportamentale è una visita clinica che valuta le condizioni psicofisiche dell’animale.
Non viene solo valutato il cane ma, soprattutto, le relazioni che intercorrono all’interno del sistema famiglia in cui esso è inserito, senza tralasciare la visita clinica per escludere una patologia organica che possa indurre una modificazione del comportamento.

Questa è una visita diversa dalle visite cliniche a cui è abituata la persona che vive con un animale: si tratta, infatti, di un colloquio che dura circa un’ora e mezza e che va ad indagare molti comportamenti della vita quotidiana dell’animale inserito nel contesto famigliare.

A seguito della diagnosi e della prognosi, il medico veterinario esperto in comportamento animale prescrive una terapia che si basa su indicazioni volte a migliorare la relazione tra il cane e le persone che vivono con lui, a migliorare il benessere dell’animale anche con il supporto di terapie naturali (feromoni, nutraceutici, fiori di Back o australiani, ecc) o psicofarmaci da somministrare per un tempo necessario a riportare il sistema cane-uomo al miglior benessere possibile.

A supporto della famiglia è affiancato l’istruttore riabilitatore che ha il compito di seguire il sistema cane-uomo mettendo in pratica le indicazioni del percorso riabilitativo definito dal veterinario, questo percorso può subire modifiche o aggiustamenti anche in base a quanto osservato dall’istruttore riabilitatore durante l’iter terapeutico.

La durata della terapia è variabile da alcuni mesi a un anno a seconda della gravità della patologia comportamentale e, nel caso di un cane morsicatore, della pericolosità del soggetto e viene intercalata da visite di controllo mensili o a cadenza anche più ridotta, a discrezione del clinico.