Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
6 agosto 2022

L’EDUCAZIONE DEL CANE

IL GIOCO PER IL CANE

Il gioco, per il cucciolo, ma anche per il cane adulto, non è un’attività fine a se stessa fatta per divertirsi, ma serve ad apprendere, a crescere e a trovare un ruolo nel gruppo e nella società.

Il cucciolo quando esce dal nido inizia a giocare e attraverso il gioco esplora il mondo, conosce i suoi simili, le altre specie (l’uomo o gli altri animali) e se stesso. Lo scambio di interazioni con altri esseri viventi offre al cucciolo la possibilità di esplorare il proprio corpo, di sentirlo, di misurare la capa­cità di interazione con i fratelli e i genitori, di valutare la pro­pria “forza” fisica, ma anche psichica ed emotiva, ossia l’abilità nel trascinare e coinvolgere gli altri in attività che gli piacciono.

Il gioco gli consente inoltre di apprendere alcuni compor­tamenti da un altro cane: il cucciolo che gioca a inseguire un cane adulto, che a sua volta corre al can­cello e abbaia ad un estraneo, impara a controllare il territorio.

Anche per questo motivo è importante che l’adozione in una famiglia umana non sia troppo precoce, non prima dei due/tre mesi, e che il cucciolo al suo arrivo inizi subito a socializzare con l’ambiente nuovo, in modo piacevole, con attività divertenti e con i suoi simili (che non sono solo i membri della cucciolata).

Il gioco è sperimentazione: in una realtà fantastica il cane impara con il gioco.

Con il gioco il cane adulto e l’uomo insegnano al cucciolo il ruolo che ha nel gruppo, attraverso le regole che sono condivise e che devono essere rispettate; le scorrettezze e l’imbroglio non sono ammessi. I cani giocando si scambiano i ruoli: ad esempio nel gioco della  lotta, si può essere preda e poi inseguitore, si può condurre il gruppo in una corsa sfrenata, si­mulando l’inseguimento durante la caccia, op­pure seguire un altro soggetto che conosce meglio il luogo dove si gioca.

I compiti che hanno i membri del branco sono assegnati in base alle abilità e alle competenze di ognuno e giocare serve a meglio definire queste abilità e competenze in una situazione tranquilla, rilassata e non pericolosa.

Anche gli adulti continuano a giocare, tra di loro o con i membri della famiglia umana ed è bene creare situazioni  giocose nelle quali coinvolgere gli amici a quattro zampe.

Come tutte le attività anche questa si basa sulla comunicazione che viene migliorata con le intera­zioni piacevoli che evocano emozioni positive: se il cucciolo o l’adulto fanno qualcosa che li rende felici, la ripetono e se per farla usano certi schemi comunicativi, que­sti vengono appresi e diventano patrimonio del soggetto coinvolto nell’azione. Il rispetto delle regole del gioco, la fantasia nel giocare, la capacità di coinvolgere gli altri in un gioco allegro e spensierato, accrescono l’autostima del cane e lo allenano a integrarsi felicemente nel gruppo.

Con il gioco si insegnano le capacità sociali, ossia la capacità di stare insieme agli altri cani e alle persone rispettando l’altro, le cose degli altri e anche la volontà degli altri: se non voglio gio­care, te lo dico e tu non devi insistere. Questa comunicazione migliora gli autocontrolli, ossia la capacità di arrestarsi durante un’attività. Come ho detto il cucciolo esplora il mondo con la bocca, per cui mordicchia e salta addosso insistentemente, questo anche durante il gioco ma la mamma lo ferma, bloccandosi, interrompendo il gioco e, se non basta, dando una ringhiata e un colpetto con il muso. Di solito il piccolo capisce e si ferma, osserva la situazione e cerca una soluzione per continuare quello che gli piace, ma con modalità diverse rispetto a quelle che hanno indotto una punizione.

Quando si gioca, i giocatori sono tutti uguali, non c’è cane e padrone, non c’è cucciolo e adulto, non c’è maschio o femmina, si collabora al diverti­mento reciproco.

I membri del gruppo – animali e umani – giocando si affiatano, diventano complici, fanno alle­anze, per questo motivo il cane fa riferimento per alcune cose rivolgendo lo sguardo a uno dei membri della fa­miglia e per altre riferendosi ad un altro. Per esempio: il ma­rito potrebbe essere preferito per le uscite in campagna – dove si gioca a rincorrersi, a nascondino o ad inseguire le prede – perché il cane sa che viene lasciato libero, la moglie invece è il punto di riferimento per i giochi in giardino.

Il gioco è un’attività piacevole, che va fatta quan­do il cane non è affamato, non ha dolori o paura, quando sta bene fisicamente ed emotivamente: per questo motivo i cuccioli giocano di più degli adulti, sono più spensierati, ma non si deve pensare che il cane dopo l’anno o i due anni smetta di giocare, o non si diverta più se invitato a giocare. Il gioco non ha età, cambia il modo di giocare, ma non si smette di giocare e l’uomo dovrebbe mantenere sempre viva la voglia del cane di divertirsi e dovrebbe farsi coinvolgere nel gioco. È importante che ci sia un’osmosi emozionale quando l’uomo gioca con il suo cane, sia cucciolo che adulto: ovvero la felicità di uno dovrebbe influenzare l’altro e portarli a divertirsi insieme, come un flusso di energia che i gioca­tori si scambiano mentre giocano insieme.

Spesso si usa il termine gioco e attività ludica come sinonimo, in realtà non lo sono: il gioco è un’attività fatta in estrema libertà (ad esempio cor­rere in un prato, rotolarsi nell’erba, fare la lotta), invece trovare un bocconcino sotto un bicchie­rino, seguire una pista o affrontare un problem solving sono attività ludiche, ovvero attività diver­tenti che hanno una struttura precisa e che ser­vono ad allenare il cane all’attenzione, alla coor­dinazione, alla cooperazione. È la differenza che corre, per in nostri bambini, tra giocare a pallone in un prato sfalciato, usando come porte due borse e frequentare la scuola di calcio

L’attività ludica è tale se fatta con uno scopo e con delle regole ben precise, che non sono solo le regole base del gioco, che si limitano a tre: ci si deve divertire, non ci si deve far mare reciprocamente e per giocare bisogna essere tutti d’accordo.

Consigli per giocare con il cane

Tutte le attività che sono fatte durante il gioco sono comprese in una cosiddetta “cornice” che aiuta i giocatori a capire in che contesto ci si trova.

Il cane inizia il gioco, solitamente, con l’inchino di invito al gioco; l’uomo può fare lo stesso assumendo una postura bassa – inginocchiandosi – e invitando il cucciolo o l’adulto battendo le mani e chiamandolo con un tono di voce dolce. Questo serve a definire che tutto quello che seguirà farà parte del gioco; se scappa una “pizzicatina”, o un agguato un po’ troppo violento, chi li subisce si ferma per comunicare che questo comportamento non è corretto, Anche l’uo­mo deve rispettare questa regola, per cui biso­gna dosare la forza mentre si gioca.

Nella fase di svolgimento del gioco c’è un con­tinuo scambio di ruoli tra i giocatori.

Il gioco finisce con un segnale di fine. Nel caso di un gioco tra cane e uomo, questo si ferma, se è accucciato, si alza e si al­lontana, se si usa un oggetto, lo si ripone. Il cane quando vuole smettere di giocare si allontana o si immobilizza.

Consiglio di variare spesso il gioco per mantenere sempre l’attenzione del cane e non annoiarlo con un’attività ripetitiva.

Se si insegna al cucciolo a giocare, vanno proposti giochi semplici, che sia in grado di fare, passando a giochi più complessi con il crescere delle sue competenze fisiche, in­tellettive ed emotive: si gioca per divertirsi.

È importante leggere le emozioni del giocatore a quattro zampe: se sono po­sitive (gioia, felicità, allegria), continuare il gioco, se si annoia o si arrabbia o dà segno di frustrazione, inter­romperlo e cambiare attività.

Interrompere il gioco quando ancora tutti i gio­catori si divertono.

Il gioco divertente presuppone la lealtà di tutti i giocatori, se si gioca al lancio e al riporto della pallina le regole devono essere chiare: la persona prende la pallina in mano, il cane resta tranquillo vi­cino a lui, l’uomo la tira e l’animale la va a ri­prendere e la riporta lasciandola all’uomo che gliela chiede gentilmente e gli offre un premio in cambio.