Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
6 maggio 2022

L’EDUCAZIONE DEL GATTO

IL GATTO IN VACANZA

Il gatto in vacanza

Il gatto è un animale legato sia al territorio in cui vive sia alle persone che lo condividono, per questo motivo i cambiamenti possono essere più traumatici che per il cane.

Spostare il gatto anche solo per un breve soggiorno (per un weekend, ad esempio) potrebbe turbarlo più che lasciarlo a casa: l’opzione migliore è incaricare una persona che lo accudisca, e – se il gatto ha accesso all’esterno della abitazione – consentirgli di continuare ad utilizzare la gattaiola per entrare ed uscire di casa come quando siete presenti.

Se invece si tratta di un viaggio più lungo, potrebbe essere conveniente portarlo con sé, ma in tal caso va presa qualche precauzione.

Esiste anche una terza soluzione, ovvero portare il micio in una pensione per felini ma è una soluzione che richiede una certa preparazione: sarebbe opportuno che il gatto conoscesse già le persone che lo accudiranno e il luogo dove trascorrerà questo periodo di separazione.

Il territorio del gatto

Come sanno tutti gli amanti del felino domestico per eccellenza, il gatto è un animale molto affettuoso, socievole, che ama stare con le persone di famiglia e che talvolta socializza anche con altri gatti ma sempre nel rispetto di rigorose regole di gestione del territorio.

Il gatto che vive all’esterno ha un territorio molto grande, per questo in appartamento è necessario adattare lo spazio alle sue necessità.
Il gatto divide il territorio in tanti campi o spazi da adibire ad attività diverse. In casa ha uno o più spazi dove dorme (il divano, le poltrone, il letto o anche un luogo tranquillo sotto un mobile), spazi che lui definisce marcandoli, strusciando il muso, oppure con graffi, lasciando i feromoni.
Quando un gatto graffia una superficie, infatti, non si sta “facendo le unghie” ma questo comportamento è finalizzato a lasciare una traccia visiva ed olfattiva – con una sostanza, i feromoni – che è riconoscibile sia dagli altri gatti e anche da lui stesso.
Un’altra zona è quella adibita al pasto, dove vengo messe le ciotole del cibo e dell’acqua. Una terza zona è poi quella dove va a fare i suoi bisogni e dove si trovano le cassettina igieniche (al proposito ricordo che per ogni gatto bisognerebbe mettere una cassettina più una), luogo questo che deve essere tranquillo non di passaggio.
Uno o più spazi sono poi dedicati al gioco o alle interazioni con altri gatti o con altri animali o con le persone che vivono con lui.
E ognuna di queste zone viene per così dire definita – segnata – con delle marcature, prevalentemente facciali (quando il nostro micio sfrega il muso contro una superficie), ma anche con graffi e in situazioni estreme, con l’urina.
Ho fatto questa breve digressione sul territorio del gatto per far capire quanto è complesso e quanto possa essere stressante per lui adattare un nuovo ambiente alle proprie necessità.

Il viaggio

Anche il viaggio stesso non è facile per il nostro piccolo felino.
Possiamo immaginare che disagio rappresenti per il nostro gatto rimanere per ore chiuso in un trasportino, sovente lo stesso che viene usato per portarlo dal veterinario, e quindi evocativo di emozioni sgradevoli, con “odori” dati dalla presenza di feromoni della paura che lo mettono in allarme.

Inoltre il movimento della macchina potrebbe infastidirlo e renderlo molto nervoso, ma non è possibile lasciarlo libero per l’abitacolo, sia per rispetto delle norme di legge vigenti sia per la sua e per la nostra incolumità.
Per quanto riguarda il viaggio in nave ed aereo, valgono le stesse norme dettate per il cane (vedi articolo ANDIAMO IN VACANZA INSIEME: quello che è bene sapere…): il gatto, di solito, può viaggiare nel trasportino con il proprietario.
In questo ultimo caso, il trasportino dovrebbe essere famigliare al gatto, quindi sarebbe bene lasciarlo in casa, aperto, in modo che il micio possa liberamente entrare ed uscire quando lo desidera: l’ideale sarebbe che diventasse per lui un rifugio. Dopo ogni utilizzo, il trasportino va lavato con acqua e lasciato asciugare all’aria per eliminare i feromoni di allarme che il gatto potrebbe aver lasciato e sul fondo è bene mettete uno strato di carta tipo uso e getta. Non usare copertine o asciugamani sul fondo del trasportino, perché possono impregnarsi di feromoni d’allarme che ricordano al gatto le emozioni negative provate. Mezz’ora prima di partire, va spruzzato all’interno della gabbietta uno spray a base di feromoni – un prodotto che si trova in commercio – che rilassano il gatto, riducendo l’ansia del viaggio; i feromoni possono anche essere vaporizzati all’interno dell’abitacolo della macchina e comunque il consiglio è di consultare il Veterinario curante o il Veterinario Esperto in Comportamento per avere i consigli sul loro corretto uso.

Norme sanitarie

Il gatto deve essere vaccinato, aver fatto la profilassi per i parassiti e avere un certificato di buona salute (certificazione non obbligatoria per viaggiare in Italia ma  è consigliabile accertarsi se questa fosse richiesta dalle compagnie aeree o di navigazione o ancora dalle strutture alberghiere dove si soggiornerà) e per viaggi all’estero è previsto, nei paesi della comunità europea, un passaporto con certificazione di avvenuta vaccinazione antirabbica e numero di microchip, per gli altri paesi è invece bene informarsi presso le rispettive ambasciate o presso il Ministero della Salute per conoscere gli adempimenti sanitari necessari.

Arrivo nella casa di vacanza

Una decina di giorni prima dell’arrivo, sarebbe ottimo mettere nella casa dove si trascorrerà la vacanza un diffusore di feromoni per offrire al gatto un ambiente che percepisce come famigliare.

Quando entrate in casa il consiglio è di posare il trasportino in una stanza tranquilla, in penombra e non di passaggio, aprire la gabbietta e lasciare che il gatto, con i suoi tempi, esca ad esplorare lo spazio. Il nostro micio potrebbe anche uscire subito, se conosce già la casa, oppure restare rintanato in fondo al trasportino, oppure uscire e nascondersi sotto un mobile per osservare e studiare l’ambiente, uscendo quando la casa sarà in silenzio e la esplorerà, marcandola strusciando il muso contro le gambe del tavolo e delle sedie, contro gli stipiti delle porte, ecc.
Le sue ciotole del cibo e dell’acqua vanno posizionate in modo analogo a quello di casa, e allo stesso va fatto con la/le cassettine igieniche e con le copertine o i cuscini che vengono usate per riposare, così come con i suoi giochi.

È importante che venga dato il tempo al gatto di farsi una mappa mentale della casa e di rendersi conto che l’ambiente non è pericoloso.

Anche il cibo va somministrato con la stessa regolarità di quando si è a casa.
Se il gatto è abituato ad uscire dovreste progressivamente, dopo che avrà familiarizzato con la casa, aprire una finestra e consentirgli di uscire: se non fosse possibile, avrete un altro problema da affrontare, cioè la gestione in un luogo chiuso di un gatto abituato a passare parte del suo tempo all’aperto.

Il gatto resta a casa

il gatto che resta a casa per le vacanzeSe invece il gatto rimane a casa, la sua gestione è in parte più semplice: va individuata una persona, possibilmente già conosciuta dal gatto, che si assuma l’incarico di andare almeno tre volte al giorno a dargli il cibo, a pulire le cassettine igieniche e ad intrattenerlo, ossia a fargli compagnia. Non deve necessariamente giocare con lui ma dovrà rimanere con lui, sedersi sul divano e prenderlo in braccio, se il gatto gli viene vicino, accarezzarlo, spazzolarlo o farlo giocare, sempre nel rispetto delle sue volontà.
Ricordo che il gatto è più attivo nelle prime ore del giorno e verso sera e che è uno sbocconcellatore, cioè mangia più volte al giorno, quindi dovrebbe avere sempre cibo a disposizione e, soprattutto, che ama un tipo di compagnia non invadente.
Va da sé che se ci sono due o più gatti in casa tutto è più semplice, in quanto si tengono compagnia ma la presenza di una persona è sempre opportuna.
Ricordiamo infine che ci sono persone – cosiddette cat sitter – preparate, appassionate e professionali, che svolgono questa attività in assenza dei famigliari del gatto.

LA PROFILASSI SANITARIA

Il gatto può fare la vaccinazione base per prevenite le patologie gastroenteriche respiratorie felina, ossia la panleucopenia felina e la rinotracheite felina. Il gattino può essere vaccinato a due mesi di età, richiamato dopo un mese e poi ogni anno. Se il gatto vive esclusivamente in casa, senza contatti con l’esterno è più protetto, si parla di basso rischio per cui il richiamo potrebbe essere fatto anche a distanza di più tempo, ma sempre tenendo l’animale sotto controllo veterinario. Oltre a questo vaccino c’è quello per prevenire la FELV ossia il virus della Lucemia felina che viene trasmessa dalla madre infetta ai gattini, o per via sessuale oppure a seguito di ferite, naturalmente tra un gatto infetto e uno sano. Prima di eseguire questa vaccinazione è bene fare, dopo i 5/6 mesi di età, un test per verificare la negatività del soggetto.

La vaccinazione conto la Rabbia non è necessaria in Piemonte e, in generale, nella maggior parte delle regioni italiane in quanto questa patologia è stata ormai debellata, ma è invece richiesta se si porta il gatto all’estero.

È necessario poi eseguire uno più esami delle feci durante l’anno, in particolare per i gatti che vivono fuori casa per la prevenzione dei parassiti intestinali.

Il gatto inoltre va protetto dai parassiti esterni, pulci e zecche, con l’applicazione di antiparassitari sotto forma si spot on, con cadenza mensile, durante il periodo primaverile-estivo, suggerisco da aprile a settembre/ottobre. Ci sono anche farmaci che possono essere somministrati per bocca con la stessa azione.

Per avere la miglior copertura vaccinale e mettere in atto una corretta prevenzione per la parassitosi interne ed esterne del gatto, consiglio si sottoporre il gatto ad almeno due visite sanitarie all’anno, abituando il gatti all’ambiente della clinica veterinaria.