Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
1 aprile 2022

L’EDUCAZIONE DEL GATTO

IL GATTO COMUNICA CON LE EMOZIONI, IN CASA AMA LUOGHI SEGRETI E SERENI

Il gatto: dove la faccio, nella cassettina igienica, sul divano, sul letto, per terra?

Il gatto, notoriamente, è un animale pulito, che fa cacca e pipì nella cassettina igienica. Tuttavia non è infrequente che un gatto lasci i suoi bisogni in giro per casa: questo in realtà non lo fa a caso, ma sceglie posti che per lui hanno un significato e che sono un messaggio -non sempre compreso- per noi umani. Il comportamento di eliminazione assume un valore relazionale, si parla di minzione “emozionale”, di eliminazione inappropriata e di marcatura urinaria.

Minzione emozionale

La minzione emozionale è piuttosto rara nel gatto ed è caratterizzata da piccole o medie quantità di urine o feci deposte dove capita, a seguito di una forte emozione del soggetto (paura, attacco di panico, ecc.).
Il gatto non annusa prima di sporcare e non cerca di coprire le urine, o le feci: a seguito dello stimolo che lo ha impaurito reagisce urinando o defecando.
Un esempio è il gatto che trasportato in macchina si spaventa a tal punto da avere un “attacco di panico” e  la conseguenza è di urinare e defecare nel trasportino, imbrattandosi tutto.

L’eliminazione inappropriata

Si parla di eliminazione inappropriata, quando il gatto abitualmente urina o defeca fuori dalla cassetta igienica, in punti diversi della casa (di solito su tappeti, divani, poltrone, ecc.). Il gatto si comporta come se si trovasse nella cassetta con la sabbia, si avvicina, scava, si acquatta e depone le urine, quindi cerca di coprirle.  La superficie prescelta è orizzontale, morbida e deformabile per consentire tutta la sequenza normale del comportamento di eliminazione.

Le cause di un simile comportamento sono molteplici. I gattini imparano questo comportamento se non hanno a disposizione un numero di toilettes proporzionate al numero di cuccioli (normalmente, per il gatto adulto, si consiglia di mettere una cassettina per gatto più una, e i gattini, se numerosi, devono avere a disposizione diverse lettiere). Attenzione anche alla forma della cassettina: per un cucciolo non dovrebbe avere i bordi alti, va bene il coperchio delle scatole delle scarpe riempita di sabbietta. Oppure se queste non sono pulite frequentemente: il gatto ha difficoltà a sporcare in una cassettina con sabbietta umida di pipì o con tante cacche!

Un gattino staccato precocemente dalla madre, o orfano può non essere capace a sporcare nella cassettina igienica, infatti questo è un comportamento in parte innato e in parte appreso, ovvero che il gattino è portato a mettere in atto, ma che richiede comunque l’osservazione della madre.

Se questo comportamento compare invece in un gatto adulto che ha sempre sporcato nella cassettina, una  causa potrebbe essere il cambiamento della solita cassetta con una più piccola, oppure l’averla spostata in un punto di passaggio (il luogo di eliminazione deve essere tranquillo, senza rumori o  movimento di persone o animali) o nei pressi delle ciotole del cibo. Un altro motivo potrebbe essere il cambio del tipo di sabbietta, se quella nuova non è gradita all’animale (troppo polverosa, o dura da ferire le zampe, o poco assorbente, ecc.). Oppure l’uso di prodotti per la pulizia della cassettina troppo aggressivi o profumati. Anche la presenza di bambini o persone che disturbano il gatto mentre fa i suoi bisogni potrebbe essere una causa.

Ricordo anche le patologie comportamentali, in particolare quelle legate alla paura: talvolta il gatto non si avvicina alla stanza dove c’è la cassettina per paura, o per la presenza di un altro gatto che lo aggredisce. Anche la vecchiaia costituisce una altro elemento per la comparsa di questo comportamento, per i deficit cognitivi che comportano la perdita degli apprendimenti o il disorientamento spaziale, tutti fattori che non gli consentono di trovare il luogo dove c’è la cassettina igienica.

Infine, ma non per ultime, vanno considerate – tra le cause – le patologie organiche a carico dell’apparato urinario, dell’apparato gastroenterico, di quello muscolo scheletrico ed endocrino (ipertiroidismo).

Cosa fare?

Il primo suggerimento è: NON PERDERE TEMPO.

E’ consigliabile fissare al più presto un appuntamento con il proprio Medico Veterinario per sottoporre il gatto a una visita clinica per escludere una patologia organica. Se non si rileva nulla di organico il passo successivo è di rivolgersi ad un Medico Veterinario Esperto in Comportamento per una visita comportamentale.

L’approccio a questi comportamenti del gatto è specifico a secondo della diagnosi, tuttavia certi interventi sono simili:

  1. Non punire il gatto quando lo si coglie durante l’atto o a posteriori
  2. Aumentare le interazioni e giocare con il gatto
  3. Imparare a leggere il comportamento del gatto, il Medico Veterinario Esperto in Comportamento può essere di grande aiuto
  4. Se si vede il gatto che si prepara a deporre le deiezioni fuori dalla cassettina, richiamarlo e impegnarlo in un’attività piacevole
  5. Pulire il luogo dove il gatto ha lasciato le feci con acqua e bicarbonato, evitare prodotti con ammoniaca
  6. Gestione delle cassette: in generale la regola è di una in più rispetto al numero di gatti (3 gatti, 4 cassette); utilizzare cassette aperte o chiuse e riempirle con uno strato di sabbietta di 5 centimetri. La lettiera deve essere del tipo agglomerante, non polverosa, non profumata e non irritante per i polpastrelli
  7. La terapia feromonale ha un effetto tranquillizzante sul gatto, in commercio esistono prodotti in forma di diffusore da inserire nella presa elettrica di durata mensile.
  8. Organizzazione dell’ambiente (arricchimento ambientale):
    1. Gestione delle ciotole per il cibo e l’acqua: mettere più ciotole per casa, sia in basso che in alto sfruttando lo spazio nelle tre dimensioni
    2. Gestione dei tiragraffi: dislocarli in più punti, vicino ai luoghi di riposo
    3. Inventare dei luoghi riparati dove il gatto può nascondersi, esempio uno scatolone dove può rifugiarsi, oppure lasciare aperto i cassetti o un’anta dell’armadio, affinchè possa infircisi dentro
    4. Far in modo che il gatto possa salire in alto sui mobili o sulle mensole, va anche bene mettere una scala su cui possa salire (o una di quelle strutture: le palestrine), meglio se nei pressi di una finestra che gli consenta di vedere all’esterno.

MALATTIE DELLE BASSE VIE URINARIE DEL GATTO

Si tratta di patologie che colpiscono le vie urinarie del gatto che si presentano con difficoltà ad urinare, presenza di sangue nelle urine e urinazione dolorosa.
Le cause più comuni sono la cistite idiopatica felina (FIC), i cosiddetti “calcoli”, le ostruzione uretrale, i tappi di muco, lo spasmo dell’uretra (il canale che consente all’urina di essere eliminata all’esterno), la cistite batterica, i difetti anatomici, le neoplasie, e le patologie comportamentali (di cui ho detto sopra).
La FIC, colpisce gatti maschi (più raramente le femmine) giovani o di media età e può essere ostruttiva, in questo caso è necessario un intervento chirurgico di urgenza, o non ostruttiva.
Le cause di questa patologia sono organiche e ambientali.
Il gatto beve poco, e tende ad ingrassare, sia per la forzata inattività, sia perché sterilizzato, questi sono due elementi predisponente.
Anche la vita che conduce il gatto che vive esclusivamente in casa è un elemento favorente a questa malattia a causa dell’inattività, dovuta agli scarsi stimoli ambientali e allo spazio ristretto. Lo stress cronico, legato al sovraffollamento dell’ambiente, quando ci sono molti gatti in un appartamento piccolo. Uno studio di molti anni fa ha cercato di individuare lo spazio minimo per un gatto che dovrebbe essere almeno di cento metri quadrati. Lo stress acuto, per la presenza di bambini, un trasloco, l’arrivo di persone estranee, il lockdown per la pandemia (con la presenza costante della famiglia in casa), tutti questi fattori possono creare una situazione nuova e ansiogena per il gatto.
Quando un gatto non usa più la cassetta igienica e depone l’urina fuori, oppure ci va spesso, fa poca urina, è necessario indagare tempestivamente queste patologie organiche e comportamentali, intervenendo.