Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
13 gennaio 2023

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE

IL GATTO AMA “CACCIARE” IL SUO PASTO

il gatto ama cacciare il suo pranzo

Vi racconto la storia di un gatto che nel suo anno di vita è stato ricoverato in clinica tre volte per aver ingerito stoffa, pezzi di fili e pezzi dei suoi giochi e di quelli del figlio delle persone che vivono con lui.

In una occasione è stato operato per risolvere il blocco intestinale conseguente alle sue distorsioni alimentari. Il piccolo felino protagonista di questa storia vive in un appartamento e non ha la possibilità di uscire in giardino. La casa è ampia ma con un arredamento minimalista e il gatto passa metà della giornata da solo e a complicare la situazione si è aggiunto il confinamento in una camera, quando le persone sono via, per paura che ingerisca sostanze non commestibili. L’insieme di questi fattori ha creato un contesto stressante per l’animale, che ha cercato di proteggersi ingerendo quello che trova in giro.

Per affrontare il problema mi sono avvalso dell’aiuto del collega Enio Marelli, nutrizionista che abbiamo già avuto modo di conoscere quando abbiamo parlato dell’alimentazione del cane.

Il Dott. Marelli ha in primo luogo sottolineato “quanto influiscano le carenze alimentari: una carenza di vitamina B1 può indurre turbe nell’apprezzamento del cibo, con conseguente appetito incostante e nei casi più gravi con il rifiuto totale dell’alimento, mentre una carenza di triptofano, aminoacido contenuto in abbondanti quantità nella carne, può riflettersi sulla mancata sintesi di serotonina e pertanto coadiuvare la comparsa di sintomi di aggressività. Ma anche l’età, la salute e le abitudini di vita si riflettono sull’atteggiamento assunto nei confronti del pasto, come una dieta scorretta, le malattie gastrointestinali che inficiano il corretto assorbimento di nutrienti, influenzando la sensazione della fame. E, questi aspetti hanno un’influenza negativa sul comportamento dell’animale e sulla relazione con l’uomo.”

Per comprendere meglio quanto le patologie comportamentali legati all’alimentazione, quali il consumo eccessivo di cibo che porta all’obesità, la disoressia (appetito capriccioso) l’anoressia (assenza di appetito), la pica o perversione del gusto siano legate all’etologia del gatto, vi descriviamo qual’è il comportamento del gatto in natura

Il nostro felino, quando vive libero si nutre nell’arco di 24 ore anche 20 volte con piccoli pasti. L’attività predatoria si rivolge a piccole prede, vertebrati o invertebrati.

Per il gatto il pasto non ha il significato sociale che ha per il cane e il pasto è nutrimento per l’organismo.

Invece l’uomo considera il mettere a disposizione il cibo un modo per curare e proteggere  il suo micio e ne è  gratificato. Il Dott. Marelli osserva che “i gatti mangiano un paio di bocconi e poi si allontanano dalla ciotola, questo è il loro comportamento normale. Il convivente umano non è appagato da un tale modo di alimentarsi, teme che il micio non sia in salute e gli offre alternative più accattivanti per cercare di stimolarlo a mangiare di più, con la conseguenza di ritrovarsi frustrato e con un gatto obeso. Un’altra abitudine errata è di alimentare il gatto come se fosse un piccolo cane destinandogli la risorsa alimentare due volte al giorno. La conseguenza è che il gatto si riempie eccessivamente lo stomaco, ma i gatti hanno uno stomaco piccolo che mal si adatta all’ingestione di grandi porzioni e questo si rifletterà sia a livello gastroenterico che a livello psichico.  Un tale stile di vita aumenta l’ansia del micio con la comparsa di sintomi comportamentali come ad esempio lo sporcare fuori dalla cassetta o la tendenza a portare il cibo fuori dalla ciotola e in giro per la casa, compromettendo la relazione gatto-uomo.”

Il collega ricorda che “il gatto deve alimentarsi liberamente e questo non rappresenta un problema e non causa obesità a patto che vengano rispettate alcune regole fondamentali.”

È importante che esso abbia a disposizione il cibo, si può lasciare quello secco, mentre il cibo umido può essere dato ad orari, almeno tre, quattro volte al giorno.

Il dottor Marelli aggiunge “quando ad un animale viene offerta la possibilità di scegliere tra fare uno sforzo per procacciarsi del cibo o alimentarsi da una fonte liberamente disponibile accade un fatto singolare. Spesso gli animali preferiscono impegnarsi per procacciarsi il loro pasto – il gatto si comporta così – come osservato e descritto nel 1963 da Glen Jensen uno psicologo e studioso del comportamentale animale.”

Questo non significa che il gatto, che vive in casa, debba compiere una battuta di caccia tutte le volte che vuole mangiare, perchè potrebbe essere un elemento di eccessivo stress che andrebbe ad aggiungersi alla limitazione dello spazio legato alla ristrettezza di un ambiente domestico; invece, il cibo adeguatamente gestito, potrebbe essere un modo per arricchire l’ambiente. Un esempio è quello di mettere più punti cibo nella casa, in posti che il gatto conosce perché gli sono stati mostrati dal compagno umano, e che lo stimolano a muoversi. Possono essere collocati su delle mensole, o sotto un mobile a cui abbia facile accesso, dentro delle scatole, ecc.

Il dottor Marelli suggerisce: “al fine di stimolare il gatto a compiere uno sforzo per procacciarsi il cibo, esistono in commercio dei dispenser cosiddetti interattivi due esempi sono il foraging toys e il  foraging puzzle.” In internet  ne trovate di diversi tipi, ma per il loro utilizzo consigliamo di consultare il Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale.

“Sono degli oggetti che contengono cibo secco o umido che viene rilasciato in seguito ad una determinata azione da parte del gatto. Educare i gatti in tal senso rientra nel grande capitolo “arricchimento ambientale” e rappresenta un’importante risorsa onde evitare che il pasto diventi un momento di noia o al contrario di stress quando l’alimento è somministrato solo in alcuni momenti della giornata.”

Sono anche molto utili, per chi lascia il gatto per molte ore da solo, i dispenser che hanno un temporizzatore e distribuiscono il cibo ad intervalli precisi.

Come si deduce dalle osservazioni e dai consigli del Dottor Marelli il cibo cura il corpo ma anche la mente, in una stretta connessione psico-fisica.