Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
15 aprile 2023

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE

IL GATTO AGGRESSIVO

Foto di Fang_Y_M da Pixabay

Con l’arrivo della bella stagione il gatto di casa, se ne ha la possibilità, esce e accentua la sua attività di cacciatore e di esploratore, imbattendosi anche in altri gatti con cui può ingaggiare lotte spettacolari.

Come spiega molto bene la Dottoressa Uccheddu – articolo pubblicato su “La Settimana Veterinaria” N° 1261 – il piccolo felino di casa è un animale solitario che passa parte della giornata a cacciare e parte a difendersi da competitor che trova nel suo territorio.

Queste due attività sono caratterizzate da un comportamento aggressivo, che si esplica in vari modi: soffiando, per distanziare l’avversario, e aggredendo oppure  assumendo una postura di agguato, acquattandosi al suolo, aspettando la preda per spiccare un balzo e afferrarla. La preda può essere un animale, ma anche l’uomo, come spesso accade in casa.

COMPORTAMENTO DI AGGRESSIONE NORMALE

Il comportamento di aggressione può essere normale, se la situazione che lo induce è adeguata – esempio quando è attaccato da un altro predatore e non ha possibilità di fuggire o per difendere i cuccioli – oppure patologico, con la ripetizione del comportamento aggressivo senza che ci sia una motivazione reale, in questo caso la sequenza potrebbe essere destrutturata. La sequenza del comportamento aggressivo ha una fase iniziale, quando il gatto soffia, una fase consumatoria, quando c’è l’aggressione vera e propria con graffi e morsi, e una fase di ritorno alla calma dopo l’aggressione. Se mancano una o più di queste parti, si dice che la sequenza è destrutturata, cioè non completa, di solito manca la fase di soffio o quella di acquietamento, nel primo caso la vittima non ha possibilità di difendersi, nel secondo di sottrarsi, perché è aggredito ripetutamente.

Il comportamento aggressivo potrebbe essere indesiderato, si tratta di un comportamento normale per il gatto, ma non gradito dai famigliari. Un esempio sono le aggressioni del nostro felino quando è accarezzato: il gatto si rotola sulla schiena mentre si stira il corpo e le gambe, in questa posizione espone la pancia che la persona inizia ad accarezzare, fraintendendo le intenzioni del gatto, che non assume questa postura per avere le coccole, ma per rilassarsi. La conseguenza è una aggressione sulla mano che lo accarezza, la reazione è di tipo aggressiva/difensiva.

L’aggressività può essere infatti di tipo offensivo o difensivo.

  • Nel primo caso il gatto attacca un altro gatto o una persona per ottenere una risorsa (cibo o spazio quando c’è una situazione di sovraffollamento in casa) oppure il controllo di una zona quando è invasa da gatti del vicinato. Oppure ancora quando non vuole un contatto sociale o si trova  in una situazione frustrante.
  • L’aggressività difensiva viene messa in atto quando il gatto ha paura, oppure cerca di evitare un altro individuo o è sotto stress. Questo si osserva quando il piccolo felino non può fuggire da uno stimolo che lo mette in allerta, oppure quando prova dolore o, nel caso di un esemplare adulto, per difendere i cuccioli.
  • Il gatto può aggredire gli essere umani facenti parte della famiglia ed è una tipica situazione che si riscontra nei soggetti che vivono in casa quando, ad esempio,  interviene un cambiamento dell’organizzazione dello spazio o della struttura sociale, per l’inserimento di una persona nuova come nel caso della nascita di un bambino. In alcuni casi il gatto può aggredire persone estranee, succede meno di frequente, ma può accadere quando queste entrano in casa, è più raro che ciò accada  all’esterno, in quelle situazioni in cui il gatto si sente minacciato e non ha possibilità di sottrarsi, oppure difende i gattini.
  • L’aggressività può essere rivolta a gatti di famiglia, nel caso dell’introduzione di un gatto nuovo, oppure verso i gatti che vivono all’esterno quando questi invadono il territorio del soggetto residente, ma può anche accadere che il nostro gatto vada ad aggredire un altro gatto nel territorio di quest’ultimo.

Il felino di casa aggredisce anche i cani, solitamente o per paura o per difendere il suo spazio o la prole; in tutti questi casi non si fa spaventare della differenza di dimensioni ed è anzi pericoloso per il cane.

Alcuni studi dimostrano che i gattini, nati da madri malnutrite durante la gravidanza, come spesso accade alle gatte randagie, apprendono e si muovono meno e posso essere più aggressivi verso altri gatti. Anche i gattini che crescono senza fratelli possono essere più aggressivi, per mancanza dei giochi sociali che aiutano ad imparare le regole della comunicazione.

Lo svezzamento è un altro momento importante della crescita, in questa fase il cucciolo prova la frustrazione della separazione dalla madre con la fine della nutrizione offerta da quest’ultima. Non trovando cibo, i cuccioli devono attivarsi a cercarlo e sono così spinti a fare le prima esperienze di predazione, sotto lo sguardo attento della madre e con la possibilità di imitare il comportamento predatorio di questa.

I gattini orfani, allevati dagli umani, non hanno la possibilità di fare queste esperienze di frustrazione e di predazione, e ciò può creare problemi nella gestione dell’aggressività del gatto quando sarà adulto.