Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
21 aprile 2023

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE

IL GATTO AGGRESSIVO

Il gatto è un predatore e come tale usa l’aggressività nella sua vita quotidiana per procurarsi le prede, per difendersi dall’aggressione di altri predatori, o per uscire da situazioni sgradevoli.

Il piccolo felino che vive nelle nostre case, pur essendo domestico, non ha perso questa indole del suo antenato e dei suoi simili che vivono in colonie, o da solitari come “randagi” in città o in campagna.

Questi comportamenti che sono considerati come fisiologici nei contesti e nelle situazioni sopra descritte, sono invece meno tollerati quando il gatto vive tra le mura domestiche né possono essere sempre evitate. Per questo motivo è importante conoscere l’etologia del nostro micio e il suo modo di comunicare con noi e con i consimili.

Al gatto piace giocare ma, attenzione, i suoi giochi sono sempre di tipo predatorio (insegue la preda e con un balzo la prende per ucciderla) e questo comportamento lo troviamo anche nei giochi solitari con gli oggetti, come ad esempio i tappi delle bottiglie o un giocattolo. Ma anche quando gioca con l’uomo, in particolare se lo ingaggiamo con le mani e con i piedi, il felino di casa ci vede come prede agendo di conseguenza, provocando ferite da graffio e da morso. Solitamente il gattino viene tollerato quando fa questi giochi, ma una volta diventato adulto, quando li ripete, le conseguenze possono essere, a volte, anche molto gravi. Un consiglio è quello di evitare di interagire con il gatto usando le mani e i piedi, meglio giocare con degli oggetti e osservare attentamente la comunicazione del gatto: se durante un momento ludico, si irrigidisce, schiaccia le orecchie sulla nuca, soffia, grida, o si acquatta, potrebbe prepararsi ad un attacco.

La paura è un altro motivo di aggressione: un esempio tipico è la visita dal veterinario, e allo stesso modo tutte le situazioni percepite come disagevoli dal micio, dalle quali non riesce a sottrarsi con la fuga, diventano potenzialmente pericolose per chi gli sta vicino.

Il gatto evita, solitamente, il conflitto e, in particolare, se non è sicuro del risultato, cerca una soluzione alternativa: o la fuga o l’immobilità, per passare inosservato e quindi farla franca. Quando queste opzioni gli sono impedite, aggredisce. In quest’ultima situazione è importante valutare anche lo spazio perché il felino ha un proprio spazio individuale, quello in prossimità del suo corpo, che non deve essere invaso. Ma ci sono situazioni in cui questo non è possibile, per cui è bene valutare il suo comportamento: se assume una postura difensiva, soffia, o vocalizza in modo ripetitivo e insistente, se orripila il pelo per apparire più grosso, se ha le pupille dilatate, se si trova in una situazione dalla quale non può fuggire, o peggio ancora se si mette su un fianco, mostrando le quattro zampe armate di artigli e i denti, il consiglio è di evitare di toccarlo. Il micio che ha paura è infatti estremamente pericoloso e pronto a tutto per difendersi ed evitare di essere toccato.

Non c’è una strategia da consigliare, il solo suggerimento sensato è allontanarsi – segnale di pacificazione – e desistere da quello che si aveva intenzione di fare, o se non si può fare a meno di interagire con lui, usare una gabbia di contenimento e sedarlo. Ma attenzione, il gatto avrà il ricordo di queste manualità “violente” e in un contesto uguale, o simile, in futuro, potrebbe reagire anche senza un reale pericolo.

L’aggressività da dolore è spesso associata a quella da paura.

Il gatto manifesta poco il dolore e, come per  tutte le prede, non è sempre facile individuare il punto in cui ha male, salvo essere aggrediti quando lo si tocca nella parte del corpo dolorante. Anche in questo caso la reazione è violenta: può andare dal soffio al morso, inoltre il gatto impara che aggredendo evita il dolore per cui tende ad usare questa strategia in ogni situazione in cui sente di essere in pericolo perché lo si vuole manipolare.

Il gatto anziano, spesso ha patologie articolari legate all’età e ha più difficoltà a sottrarsi al contatto, per cui va fatta attenzione a come lo si manipola. L’attenzione al dolore che induce aggressione è importante per mantenere una buona relazione all’interno del gruppo famigliare e anche per tutelare il benessere del felino domestico.

Un’altra forma di aggressività è l’aggressività ri-diretta. Il gatto non aggredisce lo stimolo che la induce, bensì un membro della famiglia, o un estraneo che si trova vicino a lui, o a un altro animale che è nei paraggi. Si osserva nei soggetti fobici, in particolare con fobie ai rumori ed è più frequente in quelli che vivono in casa. Gli attacchi sono violenti e il felino ha difficoltà a ritrovare la calma.

In conclusione si può dire che il gatto, essendo un predatore ed una preda, cerca, nel limite del possibile, di evitare il conflitto, mettendo in atto una strategia di fuga: ad esempio, il gatto sul tavolo da visita del veterinario, guarda in alto e gira la testa alla ricerca di una via di fuga da questa situazione, oppure si immobilizza, cercando di passare inosservato ma, trovandosi una circostanza stressante che non può evitare, allora attaccherà.