Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
11 novembre 2022

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE

IL CAVALLO

Nell’introduzione del testo: Dizionario bilingue Italiano/Cavallo, Cavallo/Italiano, Fancesco De Giorgio, etologo e zooantropologo, scrive: “L’essere umano e l’essere cavallo, un viaggio lungo millenni, un percorso che ha legato nel bene e nel male due specie così diverse: un viaggio caratterizzato per entrambi da gioie e dolori, da miti e leggende, da destini accomunati dal canglore d’armi e sudore. Poi arriva l’era industriale… umano e cavallo iniziano ad allontanarsi l’uno dall’altro, prende il via l’equitazione sportiva… Gli ultimi sessant’anni sono stai per il cavallo l’epoca della mortificazione…. Il cavallo è stato trascinato in una società che l’ha reso più che mai un oggetto.”

Parole dure che mi hanno fatto mettere in discussione il mito del rapporto tra uomo e cavallo che, da veterinario che si occupa di piccoli animali quale sono, ho sempre ritenuto fosse un rapporto paritetico, rispettoso della nobiltà e fierezza dell’animale.

Per questa ragione mi sono rivolto al mio amico e collega, dottor Andrea Brignolo, che da molti anni si dedica alla cura del cavallo, e gli ho chiesto di parlarmi di quali possano essere i problemi comportamentali di questo nobile animale.

Il dottor Brignolo afferma che le patologie del comportamento del cavallo sono il frutto dell’interazione tra  diversi fattori quale l’ambiente, gli esseri umani ed il lavoro. Il proprietario è sempre un’importante componente ambientale in quanto, sovente, “il problema non è il comportamento dell’animale di per sé, ma piuttosto il problema che costituisce per il suo proprietario” . I disturbi comportamentali non dovrebbero quindi essere necessariamente interpretati come comportamenti disfunzionali, anormali o maladattattivi.

Quali sono i disturbi più comuni che si riscontrano nei cavalli cosiddetti “atleti” e in quelli da “compagnia”? Il collega si è soffermato su quelli associati all’aggressività, alle abitudini alimentari anomale, alla paura e alle fobie.

L’aggressività, afferma il dottor Brignolo, è un problema relativamente comune nei cavalli e, nei paddock come in scuderia, include inseguimenti, calci e morsi e altre minacce. Segni di aggressività includono orecchie appiattite all’indietro, labbra retratte, movimenti rapidi della coda, lo scalpitare, chinare la testa, minacce di calciare. I cavalli sottomessi rispondono ritirandosi, abbassando il collo e la testa, bloccando la coda e voltando le spalle al cavallo aggressivo.

L’aggressività verso le persone si vede solitamente nelle scuderie, dove il cavallo si sente confinato. Il genere più comune di aggressività nei confronti delle persone è dovuto alla paura, al dolore, al dominio e all’apprendimento (il cavallo impara che essere aggressivo può aiutarlo a raggiungere i suoi obiettivi).

Sono comportamenti che, come affermano gli autori del Dizionario bilingue Italiano/Cavallo, Cavallo/Italiano possono essere risolti investendo sulla relazione, focalizzandosi sui punti di forza del soggetto e cogliendo gli elementi di una situazione critica…

Un altro comportamento anomalo del cavallo e quello che può rientrare nel gruppo dei comportamenti alimentari. Masticare il legno con i denti anteriori e poi ingoiarlo può essere causato dalla mancanza di foraggio grezzo nella dieta o dalla noia. In condizioni di libertà o al pascolo, i cavalli pascolano dalle 8 alle 14 ore al giorno, invece i cavalli confinati mangiano dalle 3 alle 4 ore al giorno. La maggior parte della masticazione del legno avviene in inverno e sembra aver luogo più spesso nei cavalli alimentati con diete pellettate. Prosegue, il collega ippiatra, che la reclusione, la mancanza di esercizio e la noia possono portare alla masticazione del legno. Anche su questi comportamenti la relazione uomo/cavallo gioca un ruolo importante, costruire un contesto dove l’animale possa vivere una vita che si avvicini il più possibile a quella naturale è fondamentale per prevenire queste patologie.

Il dottor Brignolo sottolinea che la coprofagia, ovvero il consumo di  feci, è un comportamento normale nei puledri. È più comune nei primi due mesi di vita, dopo di solito diminuisce. Quando si osserva negli adulti, solitamente, è associato a un basso contenuto di fibra nell’alimentazione.  La pica, che è il consumo di terra o sabbia o di altri prodotti non alimentari, può portare a complicazioni digestive gravi e persino fatali, e quindi non dovrebbe essere preso alla leggera.  Lunghi periodi di reclusione, spesso combinati con mangimi concentrati che vengono consumati rapidamente, possono causare noia e portare a comportamenti  alimentari anomali.

La necessità di una alimentazione  frequente è quella di imitare il modello naturale del pascolo  e associarlo alla presenza delle persone.

I cavalli possono avere paure e fobieLa paura è una risposta normale ad una minaccia reale o percepita. La fobia è una risposta di paura esagerata che è improvvisa e profonda e sfocia nel panico. Le due fobie più comuni nei cavalli sono associate al rumore e alla posizione. I cavalli hanno naturalmente paura delle cose nuove (chiamata neofobia) e questo può essere la causa di alcuni problemi comportamentali . Il primo passo nella gestione delle paure e delle fobie è identificare il fattore scatenante.

A conclusione di questa breve disamina sui comportamenti patologici del cavallo, Brignolo ci ricorda che l’isolamento sociale e una relazione non rispettosa delle esigenze etologiche dell’animale sono alla base di questi disturbi.

E’ quindi sbagliato isolare  troppo a lungo  i cavalli senza tener conto delle loro  esigenze naturali: è perciò importante esaminare l’ambiente dove vive il cavallo assicurandoci che abbia accesso a spazi aperti, oltre che al cibo e all’acqua, ed è altrettanto fondamentale incentivare  le interazioni fra i vari soggetti e con l’uomo.