Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
3 giugno 2022

L’EDUCAZIONE DEL CANE

COME PREPARO LA CASA PER ACCOGLIERE IL CUCCIOLO

COME PREPARO LA CASA PER ACCOCLIERE IL CUCCIOLO

La casa dell’uomo che viene aperta al cane deve essere predisposta per accoglierlo, definendo degli spazi a lui destinati. In particolare il cane deve avere uno o più cucce per il riposo e anche solo per isolarsi quando ne sente bisogno, un luogo per il cibo e l’acqua, e degli spazi comuni da condividere con i membri della famiglia dove giocare, scambiarsi coccole o semplicemente stare insieme.

Il cucciolo adottato all’età di due-tre mesi ha delle specifiche esigenze: deve poter riposare durante il giorno, fare 3-4 pasti, avere a disposizione un luogo facilmente raggiungibile dove sporcare, poter giocare con giochi adatti alla sua età e deve avere una o più figure di riferimento, che sostituiscono la madre. Deve infine fare esperienze con il mondo per arricchire le sue conoscenze e com­prendere i suoi limiti e le sue capacità al fine di crescere sereno, con un buon rapporto con il contesto in cui vive.

L’obiettivo di un buon inserimento di un cuc­ciolo, per il quale si costruisce un percorso pe­dagogico, è quello di valorizzare le doti del soggetto – le famose motivazioni e vocazioni – e far emergere la personalità dell’individuo aiutandolo a essere felice (emozioni positive) e con una mente aperta a esperienze diverse (flessibilità cognitiva).

Come accogliere il cucciolo

Suddividere le parti interne ed esterne della casa in zone che possano essere accessibili al cucciolo, oppure momentaneamente vietate per­ché pericolose o perché il cane non ha ancora acquisito le competenze per gestire certi luoghi. Un esempio: l’accesso alle scale, potrebbe essere precluso per parte della giornata perché il cucciolo è troppo piccolo, per cui rischierebbe di cadere e farsi male. Installare un cancelletto ai piedi delle scale, ma in seguito l’uomo dovrebbe dedicare del tempo per insegnare al cane a salire e scendere le scale evitando di cadere.

Predisporre un luogo per le ciotole del cibo e dell’acqua: quest’ultima potrebbe essere collocata in più stanze della casa, come pure all’esterno. Consiglio di mettere la ciotola del cibo in cucina o in sala da pranzo, dove le persone consumano il pasto: il pranzo e la cena sono momenti conviviali, di socializzazione, da condividere con tutti i membri del gruppo.

La cuccia, che può essere di diversi materiali (un materassino o una coperta), dovrebbe essere sistemata nelle camere frequentate dal cane e dagli abitanti della casa, in un luogo che non sia di passaggio, ma che consenta la partecipazione alla vita della famiglia. La cuccia non serve solo per dormire ma è un luogo dove il cane può andare quando vuole un po’ di privacy o anche quando vuole condividere un momento con l’uomo col quale vive. Il divano e il letto possono essere condivisi, l’uomo può invitare il cane ad accomodarsi con lui sul divano o sul letto, delimitando lo spazio con una copertina o un asciugamano e il cane deve lasciare che l’uomo si sieda o si corichi, senza ringhiare, quando lui lo occupa.

Il gioco è un valido strumento per l’apprendimento e può essere individuale, ac­cresce l’autonomia e l’indipendenza del piccolo ma, sia il cucciolo che il cane adulto dovrebbero avere dei giochi a disposizione con cui inventarsi delle at­tività. Il cucciolo giocando con i consimili e con il proprietario apprende come co­struire una relazione con gli altri cani e con l’uomo. Sino al quarto mese il gioco deve essere libero – ossia avere poche regole: deve divertire e non essere pericoloso -, serve a creare una relazione con gli altri cani  e con l’uomo, e a gestire la bocca, ossia a non mordicchiare sempre. Il cucciolo usa la bocca per comunicare ed esplorare il mondo: per questo mordicchia gli oggetti, le persone, gli altri animali e gli altri cani; questi ul­timi gli insegnano a non esagerare e ad arrestarsi prima di far male smettendo di giocare o ringhiottando quando uno dei giocatori si eccita troppo o affonda troppo i denti. Anche l’uomo in una situazione analoga dovrebbe arrestarsi, interrompere il gioco, alzandosi e distogliendo lo guardo dal cucciolo, orientando l’eccitazione del cane su altre attività fatte senza l’uso della bocca. Dopo i quattro mesi si possono costruire dei giochi finalizzati (problem solving), con i quali il cane apprende ad agire con maggior coordinazione e a collabo­rare con l’uomo. In questo caso si tratta di vere attività ludiche, un po’ come i bambini quando fanno psicomotricità.

Non solo l’ambiente deve essere pensato a mi­sura di cane, ma anche i membri della famiglia si devono organizzare per diventare le guide e i pedagoghi del cucciolo. C’è molto lavoro da fare: si parte dall’educazione di base, ossia istruire il cane a usare la pettorina o il collare e il guinza­glio, ad indossare la museruola (se necessario), a come comportarsi al bar, al ristorante, in mac­china e in autobus, a come avvicinarsi e cono­scere le altre persone. Il compagno umano dovrebbe insegnare al cucciolo qualche piccola regola di bon ton, come ad esempio a sedersi e a sdraiarsi quando le situazioni lo richiedano, a non tirare al guinzaglio, a ricevere gli ospiti e a come comportarsi quando gli umani organizzano pranzi con gli amici, eccetera. Tutti i famigliari dovrebbero essere coinvolti nelle uscite che saranno stabilite sia per i bisogni sia per lo svago, concordando i luoghi dove con­durre il cucciolo e chi se ne prenderà cura. In termini tecnici si parla di “allargare il piano prossimale di esperienza”, espressione che significa consentire al cucciolo di fare molte esperienze. La casa e l’ambiente che la circonda possono offrire diversi stimoli al cane, che si traducono in conoscenza da usare; per acquisire questo è necessario, sin dai primi mesi di età (due/tre mesi):

  • accompagnare il piccolo in pas­seggiate all’aria aperta in luoghi diversi e venire a contatto con tipi umani e animali diversi, ri­spettando, i tempi di concentrazioni e di atten­zione del cucciolo, che sono più ridotti di quelli dell’adulto;
  • ripetere le stesse esperienze più volte per favorirne la memorizzazione;
  • far giocare il cucciolo in luoghi chiusi, nelle aree-cani, proteggendolo dai cani adulti troppo insistenti e controllando le interazioni con questi ultimi al fine di evitargli aggressioni. Un cane adulto che ringhia a un cucciolo assillante è l’equiva­lente di una persona adulta che sgrida un bimbo quando insiste troppo. Tuttavia il compagno umano deve sempre controllare l’interazione tra il suo cucciolo e gli altri cani e, prima di farli in­contrare, chiedere all’accompagnatore dell’altro cane se può lasciare che il suo cucciolo giochi con lui;
  • fare passeggiate in città consentendo il con­tatto con uomini, donne, bambini, anziani, il tutto sotto la supervisione del proprietario che proteggerà il cucciolo dai contatti e coccole prolungate;
  • consentire al cucciolo di fare esperienze pro­vando emozioni positive: se mostra timore o im­barazzo verso una situazione lo si deve acco­gliere, rincuorare e togliere dalle situazioni dif­ficoltose, proponendo un’attività piacevole, in modo da trasformare un’emozione negativa in una positiva.

Inserire il diffusore di feromoni prima dell’arrivo del cucciolo.

Il cucciolo dal veterinario

Il cucciolo dovrebbe essere adotta all’età di due o tre mesi, non prima e non troppo dopo, perché, nella prima parte della vita, ha bisogno delle cure materne del contatto con gli altri cuccioli e degli insegnamenti della madre. Quando arriva in famiglia aiutatelo da subito a conoscere il mondo, a continuare la socializzazione con l’uomo, con altri cani che non siano solo quelli del gruppo famigliare, con animali di specie diverse e con l’ambiente diverso da quello della nascita.

Al momento dell’adozione deve avere il microchip che ne certifica l’iscrizione all’Anagrafe canina Nazionale e permette di identificarlo – nella banca dati nazionale sono riportati le informazioni relative al cane e all’allevatore, e, in seguito al passaggio di proprietà della persona che se ne prende carico – e di ritrovarlo in caso si smarrisse.

L’allevatore richiede, prima di cedere i cuccioli, al veterinario un esame delle feci per verificare se  questi e la madre hanno dei parassiti interni e a 40/45 giorni può sottoporli a una visita e alla prima vaccinazione per prevenire il virus della gastroenterite e del cimurro. In questa occasione il professionista stabilisce un programma vaccinale per l’immunizzazione completa del cucciolo.

I cagnolini, quando arrivano in famiglia, sono abituati a una dieta è bene proseguire con questa e consultare il veterinario per sapere se continuare o se fare delle variazioni.

Se i cuccioli sono adottati in primavera o in estate informarsi, subito, per una profilassi per i parassiti esterni, pulci e zecche, e per le patologie trasmesse dalle zanzare, in particolare la filaria e la leishmania (i vettori sono i papatacei).

Per cui, prima di adottare un cucciolo, sarebbe una buona cosa consultare un medico veterinario per avere le informazioni necessarie per la sua cura e stabilire dopo quanto tempo dall’ingresso in famiglia – io consiglio sempre alcuni giorni di ambientazione prima di portare in clinica il piccolino – fare la prima visita.