Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
30 dicembre 2022

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE

UN CUCCIOLO È UN ESSERE VIVENTE, NON UN PACCO REGALO

ANIMALI IN REGALO

Questo articolo avrebbe dovuto essere scritto prima di Natale, perché, solitamente, l’argomento del cucciolo o del gattino come dono è un argomento pre-natalizio, consigliando, per prima cosa, di non regalare animali: questo è l’approccio migliore, ma non è l’unico…le considerazioni esposte nell’articolo valgono per qualsiasi tempo e stagione.

La persona che desidera regalare un animale ad un adulto o ad un bambino è animata da un grande amore verso chi riceverà il dono, lo vuole fare felice con un gesto che non si limita a consegnare un oggetto o l’emozione che questo regalo può  suscitare. Desidera che la persona che riceve e, conseguentemente, adotta un animale, sia felice con lui e, soprattutto, renda felice l’essere vivente che entrerà a far parte della sua vita. A questo si aggiunge il sentimento di fare una buona azione che lo gratifica.

Si tratta di una motivazione positiva, non certo egoistica o superficiale, perché ha come spinta emotiva l’amore.

Con questi presupposti come si fa a condannare chi regala un animale?

Tuttavia, anche se colui che dona è animato dai più nobili sentimenti, un animale è pur sempre un essere vivente con dei legami, degli affetti, delle emozioni, delle paure, delle necessità, quindi – in assoluto -non si dovrebbe mai regalare un essere vivente.

Ma l’amore ha sentieri così tortuosi che la nostra mente non può sondarli tutti per stabilire se due esseri saranno compatibili, indipendentemente da come si sono incontrati…

Tuttavia, l’adozione di un animale dovrebbe essere frutto di un percorso affinchè l’adottante sia consapevole della responsabilità di cui si fa carico, ergo, non si dovrebbero regalare gli animali. Una eccezione può essere fatta per chi lo regala a un membro della famiglia di cui lui fa parte, per condividere le gioie e gli oneri della relazione con un essere vivente.  

Mentre scrivo Natale è passato, per cui, ipocritamente, posso nascondermi dietro l’affermazione: ora però è tardi e il cucciolo o il gattino ormai si trovano nella nuova casa con la nuova famiglia e forse entrambi (“dono” e ricevente) hanno bisogno di un po’ di aiuto.

Ecco il primo consiglio: non isolate il cucciolo o il gattino in una stanza per la notte. Il nuovo arrivato viveva in una cucciolata, con la mamma e i fratelli, oltre che con altre persone, tenetelo quindi di giorno con voi e di notte fategli una cuccetta in camera da letto (può anche dormire sul letto), ci sarà tempo ad insegnargli a dormire in un altro luogo.

Mettete a disposizione del cane delle traversine per i bisogni, sia di giorno che di notte, e per renderle attraenti, lasciate sempre una sua goccina di urina che sia una traccia odorosa. Il gatto richiede una cassettina con la sabbietta e se è piccolo usate il coperchio di una scatola delle scarpe che ha i bordi bassi, in modo che sia facilmente accessibile.

Il cucciolo deve essere portato fuori a sporcare appena si sveglia, dopo che ha mangiato e quando vedete che gira su se stesso e cerca un luogo dove fare la pipì; non è il caso che vi dilunghiate a mettergli il guinzaglio, se non ci riuscite subito, fate in fretta, prendetelo in braccio e portatelo nel luogo designato. Il luogo deve essere scelto con cura e avere alcune caratteristiche: essere tranquillo, con tracce odorose e con poche distrazioni, naturalmente tenendo il cucciolo al guinzaglio, lo farete passeggiare aspettando il tempo necessario.

Consiglio di socializzare il cucciolo o il gattino con i rumori della casa, in modo progressivo, aiutandolo ad affrontare le sue paure accogliendolo e sostenendolo, con coccole e parole dolci, e se ha paura di qualcosa e fugge tra le vostre gambe o si nasconde, non lasciatelo solo, accoglietelo o andategli vicino e confortatelo, prenderà coraggio e riproverà ad affrontare il pericolo. La socializzazione comprende anche le persone diverse dai famigliari, e gli altri animali che può incontrare in casa, o fuori casa, questo vale per il cane durante le passeggiate.

Le uscite per il cane non servono solo a fare i bisogni al parco, ma anche a conoscere il mondo; lasciate quindi che annusi l’ambiente e stategli vicino mentre lo esplora, pronti ad intervenire solo se cerca di ingerire ciò che trova a terra.

Il cucciolo o il gattino dovrebbe essere adottato dopo i due mesi, con le prime vaccinazioni fatte, dopo che siano stati eseguiti i controlli per i parassiti intestinali e, per il cane, dopo l’apposizione del microchip.

Informatevi sul tipo di alimentazione del piccolo prima dell’adozione e, sentito il veterinario, decidete con lui se continuare quella indicata dall’allevatore o se cambiarla.

E se avete difficoltà consultate un Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale, sul sito della FNOVI trovate l’elenco di questi professionisti. Un valido consiglio sarebbe quello di consultarlo prima dell’introduzione dell’animale nella nuova famiglia, per avere consigli su come comportarsi per il benessere del pet.

Concludo con un ragionamento che facevo con un avvocato mio amico durante il pranzo di Natale: io sostenevo quanto sarebbe rivoluzionario introdurre nel nostro sistema giuridico il principio dell’animale considerato non più come res (come cosa, oggetto…) ma come soggetto di diritti a pieno titolo, e lui, sorprendendomi positivamente, ha affermato con sicurezza che si arriverà lì, forse tra cent’anni, o forse prima, ma sarà inevitabile, perché la strada è tracciata e non si potrà tornare indietro. Quando questo avverrà, finalmente noi umani non regaleremo gli animali, ma ci regaleremo reciprocamente amore e affetto vivendo insieme.