Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
22 luglio 2022

L’EDUCAZIONE DEL CANE & DEL GATTO

ABBANDONO

Abbandono del cane o del gatto

E’ estate, fa caldo, vogliamo divertirci, uscire, incontrare gli amici, fare tardi, andare in vacanza. Negli anni cinquanta e sessanta, in pieno boom economico e, aggiungerei, in pieno mood maschilista, il tormentone dell’estate era: “agosto moglie mia non ti conosco…”. Oggi – fortunatamente – i maschi si sono ridimensionati e i tormentoni estivi sono cambiati; purtroppo uno di questi è sempre presente:  l’abbandono degli animali.

Le vittime dell’egoismo umano sono sempre i più deboli. Ma è proprio così?
Possiamo davvero affermare che chi abbandona sia il più forte e chi è abbandonato sia il più debole e sofferente?

Di sicuro chi subisce l’abbandono soffre, perché ama chi lo lascia, ma non sempre chi abbandona ha i vantaggi che si aspetta da questo atto scellerato.

Fatta questa breve premessa, desidero, in questo primo articolo approfondire il legame di attaccamento che intercorre tra l’animale e l’uomo e mettere in luce quanto sia pesante emotivamente abbandonare, anche se chi lo fa non se ne rende conto o non si sofferma a pensarci. Vorrei però affrontare il problema in un’ottica positiva, sottolineando quanto sia bello vivere con un animale e quindi doloroso per tutti – per questo da evitare- disfarsene  . Nel secondo articolo esamineremo invece l’aspetto della sofferenza e del dolore dell’animale per l’abbandono e di una delle tante iniziative per evitare questo.

La scienza ha dimostrato che il legame con il pet da parte della persona è simile a quello che si intrattiene con i propri simili che si amano.  La psicologia dinamica afferma che i pet “contribuiscono a strutturare lo stile di vita degli individui, con i loro comportamenti e con l’espressione aperta del loro mondo interiore” (Domenica Barrilà, analista adleriano, prefazione a Manzoni A., 2009, pag. 9). In pratica  l’essere umano non fa differenza, dal punto di vista affettivo tra l’affetto per e che riceve da un suo simile o da un animale con cui condivide la vita.

Le prove sperimentali indicano che gli esseri umani stabiliscono delle RELAZIONI DI ATTACCAMENTO E DI ACCUDIMENTO anche con gli animali, legami che soddisfano i quattro criteri dell’attaccamento sicuro così come sono stati definiti da Mary Ainsworth, che sintetizzo:

  1. la figura di attaccamento è una fonte affidabile di conforto e rassicurazione che gli consente di conoscere il mondo;
  2. la figura di attaccamento, ossia la persona, per l’animale è rassicurante e la cerca quando è in difficoltà;
  3. la vicinanza fisica ad una figura di attaccamento è associata ad emozioni positive;
  4. le separazioni dalla figura di attaccamento sono associate a emozioni negative;

L’ossitocina, che è un ormone che interviene nella regolazione delle interazioni sociali, della paura, dello stress, della calma, del senso di benessere, della memoria e dell’apprendimento, viene infatti rilasciata anche nelle interazioni uomo-animale. E in entrambe le creature…! Gli studi scientifici oggi tendono a sostenere che anche nell’animale (in questo caso è stato studiato il cane) si instauri un vero e proprio legame e non solo una forma di attrazione sociale. Il “legame” è una relazione piuttosto esclusiva con uno specifico partner, basata su meccanismi biologici filogeneticamente molto antichi.

Ma una cosa fantastica è che gli esseri umani che hanno avuto esperienze negative con le figure di attaccamento, i genitori, e che di conseguenza instaurano con i consimili delle relazioni malate, ovvero non riescono a relazionarsi con le persone e hanno paure e insicurezze, nel legame con i pet questo non avviene.

La prevalenza dell’attaccamento sicuro e dell’accudimento sensibile nei confronti dei pet è quattro volte maggiore di quello che si realizza con i simili, anche in soggetti a rischio per disturbi dello sviluppo e psicologici.

Perché questo avvenga è presto detto:

–        l’animale tende ad essere molto costante nel suo comportamento, indipendentemente dall’incostanza affettiva del partner umano, ossia all’ansia della persona non reagisce agitandosi o andando in panico.

–        noi umani sappiamo che l’animale non giudica, è diretto e spontaneo, è costante ed affidabile nelle sue reazioni, anche nel contatto fisico è  spontaneo, questo da sicurezza

–        la calma e la tranquillità dell’animale vengono letti dal partner umano come assenza di pericolo, e questo è vissuto come  fonte di sicurezza.

In conclusione la persona insicura, ansiosa e con paure è invece in grado di comportarsi in modo corretto con il suo animale e di dargli sicurezza ed aiuto e di riceverne. Naturalmente questo non è un dogma assoluto e vero è che esistono persone che non sono in grado di accudire i suo pet.

E l’animale? Ci ama?

Qualunque essere umano che abbia avuto un animale  non ha esitazione a rispondere affermativamente a questa domanda, considerandola retorica ma, possiamo aggiungere ancora alcuni dati obiettivi. Anche nel pet l’interazione con il proprietario aumenta l’ossitocina. Questo è un elemento che sottolinea come gli animali gradiscano vivere con noi umani. Inoltre il pet è rassicurato dalla vicinanza con l’uomo, lo ricerca quando è in difficolta, per questa ragione un animale che venga abbandonato dal suo gruppo famigliare sta male, prova emozioni negative. Possiamo pensare che, nel rapporto animale-uomo, vengano rispettati il primo il secondo e il quarto criterio della teoria di Mary Ainsworth  sul legame di attaccamento sicuro.

In conclusione, per le persone e per gli animali il legame di attaccamento che stabiliscono tra loro sono fondamentali per soddisfare il bisogni affetti e essere felici.

Secoli di convivenza con gli animali domestici hanno influenzato il modo di essere di entrambe le specie, siamo diventati complici e sodali.

Nella convivenza troviamo l’oasi confortevole e preziosa di un legame profondo e sicuro, in parole semplici: l’uomo e gli animali stanno bene insieme, provano piacere dal condividere la quotidianità, per cui separarsi è, o meglio dovrebbe essere, doloroso.

E ALLORA, PERCHÉ PRIVARCI DI QUESTO PIACERE? PERCHÉ RICAMBIARE TANTO AMORE CON UNA GRANDE DISPERAZIONE? NON ABBANDONIAMO I NOSTRI ANIMALI…!!!

Come diceva un grande comico ed eccelso filosofo dei tempi moderni: meditate gente, meditate…

La veterinaria come presidio contro gli abbandoni degli animali

Tra le tante voci che tutte le estati si levano per condannare gli abbandoni degli animali e offrire soluzioni a questo problema riporto, quella della FNOVI, Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari, che ha lanciato una campagna di sensibilizzazione dal titolo: “L’abbandono è un incubo. Oltre che un reato.”.

Nella conferenza stampa di presentazione ha spiegato che: “Se da una parte sempre più italiani hanno accolto nelle loro case un animale da compagnia, una scarsa cultura del possesso responsabile – scelti di slancio senza la consapevolezza di che cosa esattamente significhi gestirli e prendersene cura – sta causando la crescita costante dei casi di abbandono. Proprio per questo motivo, quest’anno, abbiamo deciso di promuovere la nostra prima campagna volta a promuovere una cultura del possesso responsabile basata sulla conoscenza delle esigenze etologiche, delle best practice e degli obblighi di legge.”

La federazione che raggruppa tutti gli ordini veterinari italiani sottolinea l’importanza della figura del medico veterinario non solo in caso di emergenza ma, anche di prevenzione e cura, nonché nel dare le giuste informazioni sull’etologia della specie al fine di salvaguardare il benessere dei nostri amici a quattro zampe e migliorare la relazione con loro.

E per offrire un aiuto concreto ha creato un sito, che è tutto un programma: NelleSueZampe.it, “per aiutare chi vuole adottare un animale verso una scelta più consapevole e educare chi è già proprietario di animali a un rapporto più corretto e responsabile.”

Gli animali abbandonati perdono i loro punti di riferimento, non hanno più la famiglia che li protegge, con la quale hanno vissuto e che hanno amato per tanti anni. Questo aspetto è reso benissimo in quattro video drammatici, ma che per fortuna hanno un lieto fine, che interpretano, realmente, l’angoscia dell’animale abbandonato in strada o al canile o al gattile.

Vi invito a visitare il sito e a guardare e far guardare i filmati, rinnovando l’appello della FNOVI  a non abbandonare gli animali.

Un consiglio è di rivolgersi a noi veterinari, anche prima di adottare un animale, per avere informazioni sulla loro salute ma anche sulle emozioni che provano quando li adottiamo e instauriamo un legame reciproco.