Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
26 maggio 2023

MEDICINA COMPORTAMENTALE ANIMALE E VETERINARIA

LA STERILIZZAZIONE DEL GATTO E IL SUO COMPORTAMENTO

La sterilizzazione del gatto e suo comportamento

Una delle domande più frequenti delle persone che vivono con un gatto, maschio o femmina, in appartamento, oppure che ha accesso all’esterno è: “lo devo sterilizzare? Ci sono degli effetti collaterali?”

La prima considerazione per decidere se fare un intervento di sterilizzazione è, perché  si vuole fare l’intervento.

Sicuramente il primo motivo è di evitare che la femmina abbia il calore, con tutte le manifestazioni comportamentali che sono associate – miagolii diurni e notturni, strusciamenti contro gli oggetti e le persone, irrequiettezza – il secondo è di impedire una gravidanza indesiderata, un terzo motivo di ridurre le uscite all’esterno.

Il maschio si sterilizza affinchè non marchi il territorio, in particolare se vive in appartamento. L’urina del gatto maschio non sterilizzato è molto forte e puzzolente, per la macerazione degli spermatozoi, lo stesso soggetto sterilizzato può ancora marcare, ma la sua urina non puzza. Un altro motivo è quello di evitare le fughe e le risse con i consimili, in particolare quando le femmine sono in calore.

Ci sono anche persone che lo fanno per prevenire le patologie dell’utero e delle ovaie nelle femmine: infezioni o tumori, più raramente viene fatto con questa motivazione nel maschio, perchè è più rara l’insorgenza di malattie genitali.

Tuttavia, come dico sempre ai miei clienti che mi chiedono un consiglio, non pensiate che gli animali abbiamo certi comportamenti solo perché hanno in circolo il testosterone o gli estrogeni.

Esiste una componente cognitiva, legata alla memoria di un comportamento, alla percezione di uno stato fisiologico, e al piacere di compiere certe azioni, per cui sono messe in atto anche se l’animale non è più fecondo. Infatti non è infrequente osservare un gatto maschio sterile che, alla vista di una gatta in calore cerca di montarla, come se fosse ancora sessualmente attivo, naturalmente non sarà fertile, ma potrebbe avere una erezione. Anche le uscite all’esterno dell’abitazione, con possibili lotte tra maschi possono continuare dopo l’orchiectomia (termine tecnico con cui si definisce l’asportazione dei testicoli), perché la dinamica “sociale” di questi comportamenti permane, soprattutto in soggetti operati quando sono adulti, che hanno sperimentato tale comportamento.

Età del gatto da sterilizzare

Per cui è anche importante stabilire a quale età il gatto/a deve può essere sterilizzato. L’indicazione è quella di aspettare che il soggetto abbia raggiunto la maturità fisica, comportamentale e sessuale, per cui dopo il primo calore per la femmina, indicativamente dopo i 7-8 mesi, ma non c’è una regola. Anche per il maschio vale questa indicazione, ma se inizia a marcare, ovvero a lasciare degli spot di urina puzzolenta, in posizione verticale, nei pressi delle uscite, o sugli stipiti delle porte o sulle gambe dei mobili, allora bisogna intervenire rapidamente. Come ho detto anche senza i testicoli il maschio potrebbe marcare, più è sterilizzato in età adulta e più questo potrebbe accadere.

Presa la decisione di sterilizzare il gatto o la gatta i dubbi si riferiscono alla modalità dell’intervento e del post. La sterilizzazione per entrambe è fatta in day hospital, con l’animale a digiuno da 10-12 ore. Al ritorno a casa l’animale deve essere tenuto in un luogo tranquillo, se ci sono altri animali è importante controllare che non lo disturbino, ma è bene che lo vedano arrivare. Il veterinario darà indicazioni sulla somministrazione di farmaci per il post operatorio e sull’alimentazione. Se il gatto cerca di leccare insistentemente la ferita si può mettere il collare elisabetta o un body chirurgico, ma non tutti tollerano questi presidi medici.

La sterilizzazione ha anche effetti indesiderati, il più frequente è l’aumento del peso, in particolare per i soggetti che vivono in casa e che fanno poca attività fisica. In questo caso si rende necessario intervenire con una dieta commerciale specifica, oppure con una dieta casalinga formulata per il gatto sterilizzato. Se il soggetto vive anche all’esterno, si muove di più, per cui questo problema, solitamente, non si presenta.

Un dubbio che spesso hanno i conviventi umani dei gatti sterilizzati è che, questi cambino carattere. In realtà non cambiano carattere, cambiano stile di vita, per quanto detto nella prima parte di questo articolo, non hanno più lo stimolo sessuale, per cui le femmine e i maschi non hanno dei periodi di maggior irrequietezza legati alla ciclicità del calore, i maschi non lottano più tra loro per conquistare una femmina, si riducono le marcature. Quindi, si attenuano o scompaiono questi comportamenti, ma non il comportamento di caccia, di gioco, la ricerca delle coccole o di interagire con gli umani, ecc.

CONCLUSIONI

Per concludere due osservazioni, non è necessario che il maschio e la femmina abbiano un accoppiamento prima della sterilizzazione e non è necessario che la femmina partorisca.

La sterilizzazione, con le nuove tecniche chirurgiche e i farmaci, per il controllo del dolore peri e post-operatorio, riducono tantissimo il dolore e la sofferenza emotiva, perché consentono di preparare al meglio il soggetto all’intervento.