IL CANE

IL CANE CHE SALTA ADDOSSO

Articolo scritto dal dott. Franco Fassola Esperto in Comportamento Animale, pubblicato da “PET trend” – ANNO 9 • N° 6 • LUGLIO AGOSTO 2020

Cane che salta addosso per gioco

Un atteggiamento che può essere apprezzato nei momenti di gioco, ma che può creare problemi in altre situazioni.
Vediamo come affrontarlo e risolverlo.

Il cane ha un’indole sociale, ama interagire con i propri simili, con l’uomo e con gli altri animali con cui vive. Ma non sempre le forme di interazione che mette in atto per esprimere la propria socialità sono apprezzate dalle persone. O meglio, sono apprezzate in certi momenti, quando si gioca o si è in cerca di coccole, ma non sono accettate volentieri in altre situazioni, come per esempio quando il proprietario esce di casa per andare al lavoro, oppure quando rientra, ovvero ancora quando ci sono ospiti.

Perché si comporta così?

Se si guarda una cucciolata salta subito all’occhio la frequenza con cui i cuccioli cercano il contatto reciproco e con gli adulti del gruppo. Si avvicinano, si strusciano, si alzano con gli anteriori per appoggiarli sulla groppa dell’altro, lottano in un corpo a corpo frenetico, si inseguono e si atterrano, sempre in modo giocoso, ma apprendendo comportamenti che diverranno il corredo di informazioni da usare quando saranno adulti. Il cane adulto salta meno addosso ai consimili e se lo fa è per cercare di controllare o sovrastare durante una fase di lotta. Il cucciolo che cerca il contatto con il proprietario si alza sul posteriore e appoggia l’anteriore al corpo della persona. In questa fase dell’educazione del cucciolo l’essere umano compie due errori comunicativi. Il primo è quello di rimanere in piedi quando il cucciolo interagisce con lui, obbligando l’animale a reggersi solo sulle zampe posteriori. Il secondo errore è quello di accarezzare il cucciolo, parlandogli dolcemente nel tentativo di convincerlo ad abbandonare questa posizione.

Cosa capisce il piccolo un po’ spaventato dal mondo e bisognoso di coccole?

Quando l’amico umano è in piedi, mettergli le zampe anteriori sulle sue gambe, scodinzolare e ansimare festosamente, fa ottenere attenzione e carezze: agli occhi del cucciolo si tratta quindi di un comportamento da ripetere. Il fatto di essere invitato con dolcezza a scendere e di suscitare urla e rimproveri in caso di insistenza passa del tutto inosservato al cucciolo che comunque ha ottenuto la tanto agognata attenzione. Se il cane apprende il comportamento di saltare addosso da cucciolo lo ripeterà anche da adulto, con conseguenze variabili in relazione alle dimensioni, all’irruenza e alla disponibilità degli uomini a cui si rivolge.

Quando è una patologia comportamentale ?

Saltare addosso potrebbe essere il sintomo di una patologia comportamentale, per esempio una Sindrome di Ipersensibilità-Iperattività (S.Is-Ia), ossia quel comportamento in cui i soggetti giocano sempre o sono in perenne attività, saltando anche addosso alle persone. Questi cani manifestano le loro emozioni in modo ipertrofico: saltano addosso, vengono respinti, corrono per casa, ri-saltano addosso, spiccano un salto, e un altro ancora se sono respinti, più si eccitano e più saltano, arrivando anche fare male. È un crescendo senza sosta, senza interruzione, solo se si riesce a chiuderli fuori dalla stanza si riesce a interrompere questa furia incontenibile. Anche il cane affetto dalla Sindrome Competitiva di Relazione (S.C.diR.) – o Sociopatia intraspecifica – salta addosso alle persone. In questo caso la dinamica non presenta l’aspetto giocoso visto riguardo alla S.Is-Ia: la postura del cane qui è rigida, spesso l’atto del saltare è preceduto da un ringhio, oppure il cane rizza il pelo, fissa la “vittima” e salta appoggiando le zampe sul petto della persona o, se questa è seduta, sulle gambe. Il muso del cane è all’altezza del viso dell’uomo, il cane può ringhiare e controlla i movimenti dell’aggredito. Naturalmente è una situazione molto rischiosa, mantenere la calma è fondamentale, bisogna dare segnali di pacificazione: abbassare lo sguardo, girare, con movimenti lenti il viso, rimanere immobili e sperare che arrivi il proprietario del cane che, avendone il controllo, lo prenda, sempre facendo movimenti lenti e precisi e lo allontani. In questa situazione il rischio di essere morsicati è elevatissimo. Ma, prima di arrivare a questa condizione il cane dà segnali che, se recepiti e compresi, devono indurre il proprietario a cercare l’aiuto di un medico veterinario esperto in comportamento animale per considerare la relazione cane-proprietario al fine di evitare il rischio di morsi più o meno gravi. Le azioni sono guidate dalle emozioni Il cane ha una mente e apprende molte cose nell’arco della vita. Si crea un archivio di conoscenze, relativamente all’ambiente in cui vive, alla relazione con l’uomo e con i consimili che gli consente di affrontare le situazioni della vita quotidiana. Se salta addosso al proprietario, o a un estraneo che incontra e questi gli fanno tante coccole, o lo allontanano gentilmente facendolo divertire, lui apprende che saltare addosso è piacevole e gratificante, quindi lo ripeterà.

Per apprendere sono importanti le emozioni.

Un’azione segnata da un’emozione positiva sarà ripetuta: salto addosso, ricevo una carezza, mi piace, lo rifaccio. Un’azione connotata da un’emozione negativa non sarà invece ripetuta: salto addosso, la persona si scosta, cado a terra, questo gioco non mi piace, non lo ripeto; se poi subito dopo il proprietario propone un’attività che gratifica il cucciolo, lui avrà un’alternativa, potrà scegliere e imparare quello che l’uomo gradisce fargli fare. Naturalmente per compiere un’azione il cane deve essere motivato, la motivazione induce a fare un’attività, a raggiungere un obiettivo e a ricevere la giusta gratificazione che poi fa ripetere la medesima azione. Tra le motivazioni del cane che sono alla base del comportamento di saltare addosso ci potrebbero essere: la cinestesica (fare movimento), la collaborativa, la competitiva (nel caso della S.C.diR.), la comunicativa (esprimere uno stato d’animo), l’esplorativa (analizzare un oggetto).

Come intervenire in modo corretto

Il cucciolo può essere educato a non saltare addosso chiamandolo e assumendo una posizione accucciata, in questo modo, anche se piccolo, non deve sollevare le zampe da terra per ricevere le coccole o essere spazzolato o pulito. Se si desidera giocare con il cane, consigliamo di sedersi o sdraiarsi a terra e interagire con il cucciolo in questa posizione. Quando il piccolo cerca di saltare addosso si interrompe l’attività che si fa insieme, ci si allontana di alcuni passi, poi abbassandosi lo si richiama e gli si propone un’attività diversa da farsi stando in una posizione bassa e premiando il cucciolo che asseconda la vostra proposta. Quando un cane adulto salta addosso consigliamo un consulto presso un medico veterinario esperto in comportamento animale per stabilire se è un sintomo di una patologia comportamentale, oppure un comportamento appreso, nel qual caso si potrà impostare la relazione in modo diverso per evitare di farlo saltare addosso, tenendo conto delle capacità cognitive del cane.

 COSA FARE SE È UN CUCCIOLO

  • Non assecondare il comportamento, bloccarsi e non accarezzarlo.
  • Allontanarsi dal cucciolo aspettando che si calmi.
  • Invitarlo ad avvicinarsi stando in ginocchio o comunque tenendo una posizione del corpo abbassata.
  • Iniziare sempre il gioco stando seduti o anche coricati a terra.

Cosa fare se è un cane adulto?

  • Quando salta festoso addosso alle persone, a volte anche mordicchiando, ma senza aggressività, allontanarsi, aspettare che si calmi, poi proporre un approccio con una modalità diversa; si consiglia di contattare un MVEC.
  • Quando appoggia le zampe anteriori al petto di una persona, con una postura rigida e, nei casi più gravi, ringhia, dare segnali di pacificazione; si consiglia di contattare immediatamente un MVEC. Il comportamento di saltare addosso richiede sempre la valutazione di un esperto prima di un qualsiasi intervento per stabilire se sussista una patologia comportamentale, oppure se si tratta di un apprendimento avvenuto da cucciolo.