Il cane allerta diabete è un caregiver a 4 zampe

Il cane è il “miglior amico dell’uomo” non solo perché condivide la sua vita con noi e ci “fa compagnia” senza chiedere nulla in cambio, ma anche perché ama partecipare alla nostra quotidianità.

Il cane è felice di stare in famiglia e godere degli ozi domestici ed è ancora più felice  se può collaborare con le persone che ama.

Il verbo collaborare deriva dal latino, ed è composto dalla parte con e dal verbo laborare, ciò significa lavorare con qualcuno ed è proprio quello che desidera fare il nostro cane. Naturalmente è importante che il lavoro corrisponda alle motivazioni del soggetto, ovvero a quello che ama fare maggiormente. Le motivazioni sono legate alle attitudini del cane che sono un mix di caratteristiche fisiche ed emozionali: quella esplorativa, per esempio, che si basa sull’olfatto, è fondamentale per il lavoro che fanno i CANI ALLERTA DIABETE.

Ho avuto modo di conoscere uno di questi cani a una serata organizzata da tre club di servizio astigiani del Lions Club: l’Asti Host, l’Asti Alfieri e gli Storici, Artisti e Presepisti. Durante la serata è stato presentato l’evento: L’importanza del cane nella lotta al diabete, con l’obiettivo di promuovere il Service  A.I.L.D. per finanziare la formazione presso le famiglie di un cane allerta nel diabete.

In quale modo la persona affetta da diabete viene aiutata dal cane? Ho rivolto questa domanda alla Dottoressa Roberta Pistone, Officer Distrettuale lotta al Diabete del Distretto Lions 108ia3, e referente A.I.L.D. (Centro Internazionale Lions Diabete per la provincia di Asti), che ha coordinato e organizzato nel 2023 il Service di Zona Cane allerta diabete insieme al collega Dott. Paolo Perruca , referente AILD per la provincia di Alessandria.

In pratica si tratta di un progetto volto a finanziare il contributo alle famiglie che avranno, dopo un percorso della durata di due anni, un cane in grado di segnalare le crisi glicemiche del proprio familiare grazie al lavoro dei “tecnici” che una volta alla settimana si recheranno personalmente presso la persona diabetica.

Il loro compito è di aiutare il paziente, gli altri membri della famiglia e il cane a sviluppare o migliorare la relazione cane uomo, per affinare le competenze del cane nel rilevare quando il diabetico va in ipoglicemia e a insegnare ai membri della famiglia i segnali che il cane dà per avvisare che il bimbo malato è in pericolo e necessita del loro aiuto per riportare la glicemia a un livello normale.

Alla serata erano presenti il cane Dasy, la sua giovane “paziente” con la mamma e il Dott. Roberto Zampieri, ideatore del “Protocollo cani allerta del diabete” che, come si legge sul sito dell’associazione Progetto Serena Onlus (www.progettoserenaonlus.it), è stato messo a punto in stretta collaborazione con il Prof. Enzo Bonora , dell’Università di Endocrinologia di Verona e si basa sulla collaborazione, la relazione e l’empatia tra cane e paziente diabetico.

In questo caso non si tratta di un cane “addestrato” in un centro ad hoc a riconoscere l’ipoglicemia o l’iperglicemia, ma del cane della famiglia presso la quale si reca l’istruttore, formato dall’associazione Progetto Serena Onlus A.P.S. che a sua volta diventa il tramite per affinare le competenze del soggetto a diventare un Cane Allerta Diabete. Il cane, terminato il suo percorso formativo che – ribadisco – viene svolto in famiglia, è in grado di sentire il particolare odore emesso dalla persona diabetica – un odore impercettibile al naso dell’uomo ma captato dall’olfatto del cane – e questo lo induce a mettere in atto un comportamento di emergenza. Il Cane Allerta Diabete affianca e migliora la qualità della vita dei cargiver che assistono la persona diabetica, diventando lui stesso un Caregiver a 4 Zampe

Naturalmente, come hanno sottolineato sia il Dottor Zampieri sia la Dottoressa Pistone – che con il suo entusiasmo e lavoro organizzativo ha consentito la raccolta di fondi per il successo dell’iniziativa nell’astigiano – il cane non si sostituisce alle moderne tecnologie che monitorano il tasso glicemico, li coadiuva in modo efficace e, per il paziente, divertente. Lo scorso anno proprio grazie alla raccolta fondi promossa da tutti i Lions club della provincia di Asti, con il fondamentale supporto dell’AILD, è stata finanziata la preparazione di due cani, uno appunto assegnato ad una famiglia astigiana ed uno ad una famiglia  veneta.

Un aspetto molto interessante è rappresentato dal fatto che non c’è indicazione di una razza particolare per svolgere questo lavoro: solitamente viene addestrato il cane di famiglia oppure il paziente e i suoi famigliari scelgono un cane da adottare.