GIOCARE PER CRESCERE ASSIEME

IL VALORE DELLE EMOZIONI PER DIVENTARE UN BUON CANE DA COMPAGNIA

Il cane diventa da compagnia grazie all’apprendimento che è un processo lento e progressivo che può essere disciplinato e reso piacevole attraverso la collaborazione e la responsabilizzazione reciproca. La relazione animale/uomo è efficace quando è basata sulla calma e sul rilassamento, perché quando sono appagati da quello che fanno imparano reciprocamente e crescono sostenendo- si vicendevolmente.

Per fare esperienza è necessario che gli accadimenti quotidiani siano segnati da un’emozione positiva: il cane prova emozioni come le proviamo noi, per questo il cane ama giocare e fissa nella sua memoria sia l’azione che sta compiendo sia le persone che partecipano al gioco, che automaticamente sono identificate con persone piacevoli, con cui è bello stare. Anche gli ambienti dove avvengono i giochi sono marcati come belli, e quindi da frequentarsi. Ma non c’è solo il gioco a fornire emozioni piacevoli, ci sono il cibo, le coccole, le carezze, il fare qualcosa con il proprietario, l’imparare e via dicendo.

Il significato delle motivazioni innate
Nel percorso per diventare un “vero” cane da compagnia, abbiamo visto che il nostro amico a quattro zampe impara perché sente piacere nel fare una cosa (emozione positiva). Alla base di tali comportamenti ci sono motivazioni che sono innate nel cane e il proprietario deve imparare a conoscerle.

Giocare con il proprio caneIl cane è spinto naturalmente a predare, si può usare questa sua dote per strutturare un gioco con la palla; altra motivazione innata e quella del contatto, il cane cerca il contatto e lo gradisce e allora lo si può accarezzare simulando un massaggio piacevole e rilassante; ma il cane ama anche esplorare e si possono sfruttare le potenzialità olfattive per il lavoro – cani da valanghe, da ricerca in superficie, da macerie, da tartufi – oppure per giochi di problem solving (risoluzione di problemi). Per millenni il cane ha fatto la guardia al territorio e l’uomo si è vantato di addestrare il cane alla guardia, ma non è esattamente così: il cane è motivato a fare la guardia, l’uomo ha solo incanalato questa risorsa, a volte anche maldestramente.

L’alimento per nutrire il corpo e lo spirito
L’alimentazione deve essere adeguata all’età e il luogo dove si alimenta deve essere tranquillo e il cibo lasciato a disposizione per un tempo sufficiente perché possa consumarlo in tutta tranquillità. I bocconcini e gli snack, invece, sono dei premi gratificanti, devono essere molto appetibili e somministrati solo dopo un comportamento adeguato. I bocconcini non dovrebbero mai di- ventare un’esca, ossia uno strumento per ingannare il cane e ottenere qual- cosa da lui, ma una ricompensa che connota quel comportamento con un’emozione positiva.

Un modo per ottenere questo è di scambiare l’oggetto che il nostro amico a quattro zampe ha preso, con uno snack prelibato. Affinché il baratto sia efficace non si deve offrire una leccornia affinché l’oggetto cada dalla bocca per portaglielo via, bensì offrire una serie di bocconcini sino a quando il cane, appagato dall’alimento ricevuto, si disinteressa dell’oggetto, non lo guarda più e lascia che il proprietario, con tutta calma, lo prenda.

Lo scopo di questo approccio è di insegnare al cane a lasciare l’oggetto “rubato” in cambio di un’altra cosa, nello specifico uno snack, ma potrebbe anche essere uno tra i suoi giochi preferiti. Così facendo la persona non si mette in competizione con il cane, ma gli chiede di fare un’azione in alternativa a quella che sta compiendo, cioè gli si proporne una seconda opzione più allettante rispetto all’oggetto che tiene in bocca.

IL GIOCO PER APPRENDERE

Il cane gioca da quando nasce a quando muore, lo fa per divertirsi, ed è at- traverso il gioco che gli insegniamo quali comportamenti usare in un contesto sociale. Il gioco eccita, ma una strutturazione del gioco, alternando momenti di eccitazione a momenti in cui si ritorna alla calma, aiuta il cane a controllare e gestire le emozioni. L’arresto del gioco, quando l’eccitazione è eccessiva, aiuta il cane a gestire l’impulsività e a regolamentare i movimenti, avendo an- che una funzione di coordinamento motorio. È importante introdurre dei segnali di stop nel gioco per favorire l’apprendimento degli autocontrolli, per esempio se il cucciolo mordicchia le mani della persona giocando, questa si deve fermare, interrompere il gioco, così comunica il disappunto verso il comportamento di mordicchiare.

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Dott. Franco Fassola

Medico Veterinario.
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale, inserito elenco FNOVI.
Medico Veterinario Esperto in Interventi Assistiti con gli Animali.
Counselor Sistemico-Relazionale.
Laureato in Medicina Veterinaria nel 1988 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, dal 2010 è inserito nell’Elenco FNOVI come Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale, nel 2013 ha conseguito il Master in Counseling Sistemico-Relazionale presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, dal 2019 è inserito negl’elenchi Nazionali I.A.A. del Ministero della Salute.


Estratto articolo presente sulla rivista mensile PetTrend.
Ottobre 2016 – Anno 5 n.8