Quando il cucciolo lasciato solo si agita

ALCUNI CONSIGLI PER GESTIRE I MOMENTI DI SEPARAZIONE

Il caso

Oscar, un bassotto tedesco adottato dai suoi nuovi compagni umani, viene accolto in casa. Al suo arrivo trova una cameretta tutta per sé, con un cuscino grande e una cuccia accogliente dove dormire di notte e riposare durante il giorno, uno spazio con giochi di tutti i colori e le fattezze, con tanti tappeti per non scivolare sul pavimento lucido. Il primo giorno tutto è nuovo e interessante e Oscar inizia a conoscere i componenti della famiglia: due adulti (marito e moglie) e due ragazzini, allegri e con tanto tempo da passare con lui a giocare. Poi arrivano gli amici della famiglia e la festa continua, si gode una ciotola di alimento e poi un bel pisolino sul divano, la giornata prosegue con altre coccole, giochi, alcune uscite a scoprire il mondo esterno popolato da altre persone e da cani simpatici e accoglienti. Tornato a casa felice e stanco, Oscar si concede un pisolino, questa volta sul letto dei ragazzi, accucciato al calduccio contro una gamba, e poi pappa e tivù sul divano. Che bella vita! A onor di cronaca va detto che ogni tanto a Oscar scappa la pipì e la fa dove gli capita, ma i suoi amici bipedi non si arrabbiano, lo riprendono amabilmente e poi lo portano fuori in giardino. Arriva l’ora di andare a dormire Oscar è accompagnato nella sua camera, dopo alcune coccole i famigliari lo salutano e se ne vanno nelle loro stanze il cane si guarda attorno stupito e atterrito, realizza di essere solo, non sa cosa fare, non era mai successo nella sua vita, uggiola disperato, gratta la porta, si agita, fa la pipì, ossia chiede aiuto.

Escludere le patologie

Si possono presentare due casi, il cucciolo che ha vissuto con la mamma e i fratelli sino al momento dell’adozione, in casa dell’allevatore o nella nursery con la presenza di persone o altri cani; e ciò accade anche se l’animale è adulto ma non è abituato a restare da solo di giorno o di notte perché ha sempre convissuto con altri cani o con le persone. Nel caso di un cucciolo che nei primi due mesi di vita, periodo trascorso con la madre, è stato adeguatamente supportato da questa, una base sicura a cui il piccolo poteva far riferimento nei momenti di difficoltà, al momento dell’adozione è naturale che trasferisca il legame di attaccamento a uno o più membri del gruppo famigliare, che dovrebbero gestire il momento del distacco e dell’autonomia. Diverso è nel cane adulto, il quale inserito in un nuovo gruppo famigliare, quando tutti escono, non riesce a restare da solo in una camera o nell’abitazione, In questo caso, più difficile, dovrebbe essere portato dal veterinario per una visita comportamentale utile a escludere la possibilità di una patologia.

Come diventare un adulto competente

Un cane autonomo e socialmente competente non è frutto del caso, è la risultante di un buon sviluppo comportamentale e di un adeguato inserimento in famiglia. Il legame di attaccamento tra madre e cucciolo inizia nel periodo neonatale, corrispondente ai primi 15 giorni di vita del piccolo, prosegue in quello di transizione e di socializzazione, ossia sino al terzo mese di vita. Inizialmente la mamma rappresenta la figura rassicurante per il cucciolo, una separazione dalla madre provoca sconforto nel cagnolino che lo manifesta con ululati, la mamma accorre e lo consola. La relazione di attaccamento favorisce nel cucciolo un profilo emozionale adeguato, aumenta l’autostima, definisce il suo stile e lo prepara alla vita sociale. Crescendo il legame di attaccamento si estende agli altri cani del gruppo e alle persone. Al momento dell’adozione il cucciolo ha il bagaglio esperienziale che ha costruito nella famiglia naturale, grazie ai genitori e ai fratelli, ma anche alla situazione che ha creato l’allevatore per favorire un legame di attaccamento sicuro.

Base sicura

La figura di attaccamento è la “base sicura”. Una base sicura è la persona alla quale il cucciolo fa riferimento quando ha bisogno di essere consolato e dalla quale parte per esplorare il mondo. La madre accompagna i piccoli nel mondo attiguo al “nido”, il cucciolo si avventura ed esplora quello che incontra sul suo cammino e poi ritorna dalla mamma, che lo accoglie e lo invita a conoscere altre parti dell’ambiente in cui vive, favorendo l’esplorazione detta a stella.

Il centro referenziale

Il centro referenziale è il trait d’union tra il cucciolo e il mondo, ma è anche un esempio da seguire, perché il piccolo modella il suo stile relazionale sul centro referenziale. Da questo impara come comunicare e le strategie da adottare di fronte alle situazioni nuove. La base sicura e il centro referenziale plasmano il carattere del cucciolo, per questo il ruolo dell’allevatore è importante, nella scelta della mamma, nell’affiancare altri cani ai cuccioli per aiutarli a crescere e nel fornire, alla famiglia adottante, i consigli per la gestione del piccolo.

Il disturbo di attaccamento

Quando il cane percepisce che il proprietario esce e lo lascia solo si agita: salta, guaisce, ansima, vaga per la casa, piange, geme, esplora gli oggetti, li annusa e poi li rosicchia, può urinare o defecare nelle camere, spesso lascia una scia dei suoi escrementi perché li emette camminando. È in panico e solo il ritorno della persona alla quale è attaccato lo riporta alla tranquillità. In certi casi non è sufficiente che questa sia presente in casa, il cane deve vederla, toccarla e sentirla. Alcuni cani si abituano alle uscite routinarie dei proprietari, per andare al lavoro o a fare la spesa, ma se questi ultimi fanno uscite fuori orario, per esempio la sera dopo cena, vanno in crisi e ripetono i comportamenti sopra descritti.

Aiutare il cucciolo a restare da solo. Primo step

  • Al suo arrivo nella nuova famiglia non lasciare il cucciolo da solo di giorno e di notte. • Individuare per ogni camera della casa, o almeno per quelle più frequentate, un luogo suo dove collocare una copertina o una cuccia per il riposo e per andare quando vuole restare da solo. In questo caso non disturbarlo o sollecitarlo a fare attività nell’immediato. • Una cuccia deve essere nella camera da letto di un membro della famiglia e il cucciolo dorme in questa adattandosi al nuovo ambiente. Il piccolo potrebbe anche dormire sul letto, ma bisogna mettere una coperta che fungerà da luogo di riposo di riferimento.

Secondo step

  • Quando il cucciolo avrà conosciuto la casa e le persone che vi abitano, e quando sarà più sicuro di sé, si potrà allontanare la cuccia dal letto, prima in un angolo della camera, poi fuori da questa in modo che il cucciolo possa vedere le persone all’interno: un cancelletto che permetta la visione esterna alla stanza potrebbe essere un’ottima barriera.

Terzo step

  • Solo quando nel cucciolo è formata la certezza del “non abbandono” si potrà provare ad alloggiarlo in un’altra camera che diventerà la sua camera per la notte. Non è necessario che il cane dorma in una camera diversa da quella dei famigliari: questa è una scelta della famiglia e il cane potrebbe avere anche più camere a disposizione. • Sempre nei primi periodi non è bene lasciare da solo il cucciolo durante la giornata, pertanto vale la pena comunque trovare delle soluzioni alternative (ad esempio, affidare il cucciolo a un membro della famiglia, a dei parenti, ad amici o a un dog sitter).
  • Mano a mano che cresce può essere abituato a periodi sempre più lunghi in cui viene lasciato da solo. Il distacco e di conseguenza l’autonomia si acquisisce con la sicurezza di avere un punto di riferimento, ossia il compagno bipede, “la base sicura”. Se il cucciolo sa di avere autonomia, ma anche di poter tornare dall’uomo quando è in difficoltà per ricevere aiuto, aumenta la sua autostima e affronta con maggior serenità i momenti di separazione.

Non punire il cane quando si torna a casa e si trovano oggetti distrutti e pipì o cacca sparse per la casa. E Oscar? Per il momento gioca felice con i compagni bipedi, dorme con loro e impara a vivere nel mondo degli umani, serenamente.

ALLENARE IL CUCCIOLO ALL’AUTONOMIA

  1. Per rafforzare la relazione del cucciolo verso il compagno umano si consiglia, in casa, di dare indicazioni al cucciolo (per esempio chia- marlo quando ci si sposta da una camera all’altra, indicargli la cuc- cia dove può sistemarsi).
  2. Invitarlo a giocare, ma lasciarlo stare quando inizia giochi solitari.
  3. Fare passeggiate con il cucciolo sia al guinzaglio che in libertà, in

    spazi chiusi e controllati dove non corre pericoli.

  4. Favorire la socializzazione con tipi umani diversi, cani di varie razze

    e altri animali; questo aumenta il piacere di uscire all’esterno, con- sente al cucciolo di restare con animali e persone diverse dai fami- gliari e in contesti diversi: asili per cani, pensioni, case di amici, hotel, ristoranti, ecc.

  5. Aiutare il cucciolo a conoscere ambienti diversi e a fare molte espe- rienze, questo apre “la mente” del cane e indirettamente lo aiuta a essere autonomo, in presenza del convivente umano come in sua as- senza.
  6. Iniziare questo training a due-tre mesi di età, appena effettuate le vaccinazioni, il cucciolo, in questa fase di sviluppo è molto recettivo e pronto a imparare.

COSA FARE CON IL CANE ADULTO CHE ARRIVA IN UNA NUOVA FAMIGLIA

  1. Un cane adulto che presenta i comportamenti descritti sopra quando lasciato solo dovrebbe essere sottoposto a una visita dal medico veterinario esperto in comportamento animale.
  2. Come gestire l’arrivo di un adulto:
    a. chiedere al precedente proprietario delucidazioni sullo stile di vita del cane nella sua famiglia. Se il soggetto arriva da un ricovero per cani chiedere se era da solo nel box o con altri cani. La situazione ideale è quella di ricreare le condizioni di vita precedenti l’adozione.
    b. Se non si hanno informazioni sulla vita passata, tenere il cane vicino a sé per la notte.
    c. Organizzare la casa con più cucce. d. Insegnare al cane, se non sa come fare, a usare la cuccia, avvalendosi anche della collaborazione di un educatore cinofilo o di un istruttore riabilitatore.
    e. La cuccia è un luogo privato del cane, dove riposare e isolarsi per avere un po’ di privacy, nella cuccia il cane non può essere sgridato o disturbato. f. “Parlare” al cane, dando indicazioni precise su quello che dovrebbe essere il suo comportamento nelle varie situazioni nuove.
    g. I consigli riportati nel box 1 per il cucciolo sono validi anche per il cane adulto.

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Dott. Franco Fassola

Medico Veterinario.
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale, inserito elenco FNOVI.
Medico Veterinario Esperto in Interventi Assistiti con gli Animali.
Counselor Sistemico-Relazionale.
Laureato in Medicina Veterinaria nel 1988 presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Torino, dal 2010 è inserito nell’Elenco FNOVI come Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale, nel 2013 ha conseguito il Master in Counseling Sistemico-Relazionale presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, dal 2019 è inserito negl’elenchi Nazionali I.A.A. del Ministero della Salute.


Estratto articolo presente sulla rivista mensile PetTrend.
Maggio 2017  – Anno 6 n.4