Articolo pubblicato su LA STAMPA edizione di ASTI
9 settembre 2022

L’EDUCAZIONE DEL CANE & GATTO

QUANTO SONO STRESSATI I NOSTRI CANI E GATTI?

cani e gatti stressati

Più di un milione di persone, conviventi con un cane o un gatto, hanno risposto a un sondaggio indetto nella comunity online di Feliway ed Adaptil su quali sono le principali fonti di stress “transitorio” e non patologico per i loro animali (fonte AnmviOggi del 16 settembre 2022).

Per i cani la maggior fonte di stress transitorio sono i rumori forti, il 42,8% dei cani ne soffre contro il 35% dei gatti, questi ultimi temono di più la visita veterinaria, rispettivamente il 53,5% dei gatti contro il 28,5% dei cani.
La presenza di persone estranee in casa, per feste o altro, stressa il 42,5% dei gatti, ma anche i cani non gradiscono, nel 31% dei casi, che la loro routine quotidiana venga modificata da estranei. Anche i viaggi per le vacanze non sono amati dal 25% dei gatti e dal 21% dei cani, che non vedono nel cambiamento di ambiente un motivo di piacere.

A fronte di questi numeri è importante che le persone che vivono con un animale siano in grado di comprendere le loro manifestazioni di disagio. Il 47,1% dei cani comunica il suo disappunto con ululati, pianti, abbai, oppure ansimando e camminando avanti e indietro in modo agitato. La perdita di appetito si riscontra nel 45,7% dei soggetti, mentre un 27% dei cani aggredisce e solo il 14,3% si nasconde. Il 70,4% dei gatti, invece adottano come strategia per sfuggire allo stress il nascondersi, il 25,3% fa la pipì fuori dalla cassettina igienica, e il 20,7% diventa aggressivo. Una piccola percentuale, il 9,4%, secondo quanto riportano i proprietari, graffia di più gli oggetti ed è inappetente.

Anche la relazione con la famiglia umana si modifica in uno stato di stress: ne sono consapevoli il 61,4% delle persone che vivono con il cane e il 35,6 di chi vive con il gatto. Il cane diventa più “appiccicoso”, segue la persona, ne cerca il contatto (il 64,1%), vuole stare in braccio il 18%. Ci sono poi i cani, come osservano il 25% delle persone, che non vogliono più giocare, oppure quelli che chiedono di giocare in continuazione, mentre il 25,6% dei soggetti si isola.

Il gatto ha un comportamento diverso per quanto riguarda le relazioni sociali, ma modifica il modo di interagire con i partners umani, a riprova che anche il gatto è un animale sociale, che ama la compagnia dell’uomo. Il 44% non cerca più le coccole, mentre il 20% le cerca in eccesso, il 45,6% smette di giocare, e il 30,4% non dorme più con le persone di casa.

I dati che sono stati riferiti dai conviventi umani dei cani mostrano tendenze contrastanti dei loro animali di fronte allo stress: alcuni ricercano il contatto in modo insistente, voglio le coccole, ovvero chiedono rassicurazione e aiuto, altri invece smettono di giocare o giocano di più. Questo dualismo comportamentale potrebbe disorientare i compagni umani, quindi una buona regola è conoscere il comportamento abituale del cane e sapere che se si discosta dalla routine l’animale vuole comunicare un disagio; intervenire subito è importante affinchè lo stress rimanga un fatto transitorio e non si trasformi in una patologia. Il gatto è più lineare nel suo reagire allo stress, si isola, non gioca e non cerca più il contatto, anche per lui è importante che i famigliari comprendano il disagio e lo aiutino tempestivamente.

L’indagine ha anche esplorato il modo in cui le persone hanno cercato di aiutare i loro amici a quattro zampe, l’83,8% dei conviventi con i gatti e il 71,6% di quelli con i cani hanno cercato una soluzione. Chi vive con un cane ha trovato molto utile coinvolgere il suo compagno in una passeggiata (19% delle persone), invece i conviventi dei gatti nel 27,9% cerca di farli giocare, il 26% gli offre dei premi in cibo e il 19,9% ha messo in casa i feromoni felini.

Infine, è stato chiesto agli intervistati quanto tempo impiegavano i pet a ritornare a uno stato di benessere. Secondo le persone che vivono con un gatto, questo ritorna “normale” in pochi minuti, massino un’ora, ma il 38,79% impiega mezza giornata, o più giorni. Nel 15% dei cani ci vuole mezza giornata o anche di più.

Questa indagine rileva come i pet che vivono nelle nostre case si trovano sottoposti a tante situazioni di stress transitorio che vanno a perturbare la loro vita quotidiana, con momenti di di alterato benessere che noi conviventi umani siamo in grado di individuare e comprendere come tali.

Si tratta di eventi che non sono evitabili nella normale vita di relazione di una famiglia che vive con un cane o un gatto, ma le risposte denotano la sensibilità degli umani che convivono con loro, perché si accorgono che certi comportamenti non sono graditi ai pet e le persone cercano di rimediare mettendo in campo soluzioni volte ad attenuarne gli effetti negativi.

Per fortuna lo stress non è solo “cattivo” e non causa sempre dei danni irreparabili: a volte è anche un modo per trovare un adattamento a situazioni nuove e questo accade, quotidianamente, a noi umani e così anche agli animali. È però fondamentale essere consapevoli che in determinate circostanze i nostri amici a quattro zampe sono a disagio e hanno bisogno di aiuto, come ne necessitiamo noi quando non sappiamo come affrontare un contesto non abituale. Prevenire, abituandoli a situazioni diverse, ad ambienti vari e a persone eterogenee è un aiuto che possiamo dare loro: se sono in difficoltà non ignoriamoli, accogliamoli e confortiamoli fintanto che la pace ritorna in casa.